L’utero in affitto e i diritti dei bambini. Sono ancora i due nodi del dibattito che prosegue da giorni sul disegno di legge sulle unioni civili. Anzi, più precisamente, su una parte del testo che il Senato sta discutendo, cioè la stepchild adoption, cioè l’adozione del figlio del partner. A intervenire ora sono il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, esponente del Nuovo Centrodestra, e il presidente della Società italiana di pediatria Giovanni Corsello, che rappresenta circa 9mila soci in tutta Italia. Da una parte la Lorenzin parla del rischio dell’utero in affitto – che la legge italiana vieta – come “ultraprostituzione”. Dall’altra Corsello che non si può escludere che per un bambino convivere con due genitori dello stesso sesso possa avere “ricadute negative”. “Non si può dire in modo generalizzato che sia indifferente avere una coppia di genitori eterosessuali o gay”, ma “bisognerebbe valutare ogni singolo caso”.

Quella della Lorenzin è una posizione condivisa da molti all’interno del Nuovo Centrodestra: quella del possibile rischio di utero in affitto nel caso passasse la stepchild adoption. Un concetto espresso più volte per esempio da Maurizio Sacconi e Nico D’Ascola, esponenti di prima fila tra gli alfaniani. Ma anche di Forza Italia come Francesco Nitto Palma. E del Pd come Gianpiero Della Zuanna o Stefano Lepri. Un messaggio lanciato anche dal Family Day e dal suo leader Massimo Gandolfini. “Siamo nell’ultraprostituzione – dice la Lorenzin – e senza ipocrisia va denunciato ogni tentativo di regolamentazione che, in un regime di negoziazione del prezzo della gestazione e della vita stessa della mamma e del bambino, sarebbe illusoria”. Quello del ministro della Salute è un appello lanciato su facebook alle donne in Parlamento, perché venga aperta “una discussione senza ipocrisie, sull’adozione da parte delle coppie dello stesso sesso del ddl Cirinnà, che si traduce nella legittimazione dell’utero in affitto e dell’eterologa”.

APPELLO ALLE DONNE IN PARLAMENTOIl corpo della donna non è un forno, che si accende per far cuocere una torta; la…

Pubblicato da Beatrice Lorenzin su Mercoledì 3 febbraio 2016

Il ministro insiste: “Il corpo della donna non è un forno, che si accende per far cuocere una torta; la torta di un altro, che quando la torta è cresciuta al punto giusto, spegne il forno, prende la torta e la porta via. In tutto il mondo c’è un’antica battaglia da proseguire contro la mercificazione del corpo delle donne e dei bambini. L’incubo peggiore per una donna è vedersi strappare il figlio appena partorito”. La richiesta, insomma, è di nuovo quella di stralciare l’adozione del figlio acquisito dal disegno di legge sulle unioni civili. Lo stesso invito lanciato e rilanciato da Angelino Alfano in direzione del Pd che ha chiesto ai democratici – tre volte in 24 ore – di separare la questione dei diritti degli omosessuali da quella dell’adozione.

Sugli eventuali effetti sul bambino si sofferma invece Corsello, presidente della Società di pediatria, secondo il quale i processi di “maturazione psicoaffettiva” possono “rilevarsi incerti e indeboliti da una convivenza all’interno di una famiglia conflittuale, ma anche di una famiglia in cui il nucleo genitoriale non ha il padre e la madre come modelli di riferimento”. Per questo, per Corsello, “non si può escludere che convivere con due genitori dello stesso sesso non abbia ricadute negative sui processi di sviluppo psichico e relazionale nell’età evolutiva”. Il dibattito sul ddl Cirinnà, sottolinea il medico, “si è mantenuto su una sfera prevalentemente politica ed ideologica”, mentre “riteniamo che la discussione dovrebbe comprendere anche i profili clinici e psicologici del bambino”, mentre “come pediatri riteniamo invece che la discussione dovrebbe comprendere anche i profili clinici e psicologici del bambino e dell’adolescente”. Da qui Corsello conclude che “quando si fanno scelte su temi di così grande rilievo sociale, che incidono sui diritti dei bambini a crescere in sistemi protetti e sicuri, non possono essere considerati solo i diritti della coppia o dei partner, ma va valutato l’interesse superiore del bambino“.

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