Dopo la notizia che si allungano i tempi per gli indennizzi a carico del fondo di solidarietà, sale la tensione nei confronti delle quattro banche salvate dal governo con il decreto del 22 novembre con il risultato di lasciare sul lastrico gli obbligazionisti subordinati. Giovedì mattina davanti alla filiale di Banca Etruria di Ponte San Giovanni a Perugia è stato infatti trovato un ordigno rudimentale, a basso potenziale. Un cliente ha lanciato l’allarme e sono intervenuti gli artificieri dei carabinieri che hanno fatto brillare la piccola bomba e l’hanno disinnescata. Il pacco sospetto conteneva lattine riempite di chiodi arrugginiti, polvere fertilizzante e batterie per l’innesco. Non è chiaro se sarebbe potuto esplodere, gli accertamenti sono ancora in corso mentre gli investigatori stanno esaminando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. Federconsumatori e Adusbef hanno condannato il gesto. “La rabbia deve essere incanalata nelle giuste forme di contestazione. Va condannata senza se e senza ma ogni forma di violenza”, sottolineano le due associazioni, ricordando che saranno in piazza davanti alla Consob il 12 gennaio per protestare contro la mancata vigilanza e tutela dei risparmiatori.

L’episodio è avvenuto il giorno dopo l’indiscrezione che bisognerà attendere febbraio per l’emanazione dei decreti che devono fissare criteri e parametri delle “modalità e condizioni di accesso” al fondo da 100 milioni previsto dalla legge di Stabilità in favore dei risparmiatori che avevano bond subordinati dell’Etruria e di Banca Marche, Cariferrara e Carichieti e hanno perso tutto. Secondo Il Messaggero, il governo sta cercando una strada per evitare che contro quello che ufficiosamente continua a definire “sostegno umanitario” scattino il veto della Ue o ricorsi che finirebbero avanti alla Corte costituzionale. Cosa che potrebbe accadere se i risparmiatori che si vedono negare il risarcimento faranno causa appellandosi alla disparità di trattamento rispetto a chi invece otterrà qualcosa. La via di uscita, secondo il quotidiano romano, potrebbe consistere nel mettere a punto i criteri in modo da configurare il fondo come un mero “strumento per alleviare le perdite” di chi aveva investito una percentuale importante dei propri risparmi. Mentre, per i risarcimenti veri e propri, chi è stato truffato dovrà comunque fare causa civile contro le banche.

In pratica, secondo fonti giuridiche, l’arbitrato sarà solo una sorta di ‘corsia preferenziale‘ rispetto a un parallelo eventuale procedimento civile. Il giudice, se dovesse essere in corso l’arbitrato, potrebbe rimandare il procedimento al termine del percorso nella camera arbitrale dell’Anac. Questo al netto dei casi di rilevanza penale, cioè truffe o firme false sui documenti.

Intanto il presidente delle quattro nuove banche, Roberto Nicastro, ha deciso di allargare l’incontro previsto con i clienti della sola Banca Etruria a tutti e quattro gli istituti coinvolti spostandolo da Arezzo a Roma e fissandolo per venerdì. Ci saranno anche gli altri amministratori e la consigliera indipendente Maria Pierdicchi. Di certo le nuove banche vogliono fare il possibile per evitare una fuga dei clienti: dei 12mila obbligazionisti oltre 10mila erano correntisti e l’associazione Vittime del salva banche fin dalla fine di novembre sta consigliando di chiudere i conti e trasferire i soldi in altri istituti. Peccato che in serata sia emerso che Nicastro stesso non ci sarà: aveva già un precedente impegno fuori città. “Un disguido informativo”, secondo la banca.

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