La Corte di giustizia francese ha deciso di rinviare a giudizio il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, con l’accusa di negligenza nel caso dell’arbitrato che ha chiuso il lungo contenzioso tra l’uomo d’affari Bernard Tapie e la banca Credit Lyonnais per l’acquisizione di Adidas. L’avvocato di Lagarde, Yves Repiquet, parlando all’emittente iTélé ha definito la decisione “incomprensibile” perché la procura aveva chiesto alla Corte di giustizia di chiudere il caso. Il legale ha inoltre anticipato che raccomanderà a Lagarde di presentare ricorso contro la decisione del rinvio a giudizio. Se venisse stabilita la sua colpevolezza, rischia una condanna fino a un anno di carcere e 15mila euro di multa. cba
In questo caso, si occupa di una vicenda che risale al periodo in cui Lagarde era ministro dell’Economia. Il caso risale al 2007, quando Nicolas Sarkozy era appena stato eletto presidente. A lei fu affidata la soluzione della vertenza Tapie-Adidas. Tapie, raider di Borsa, attore ed ex presidente dell’Olympique Marsiglia, ex parlamentare del Partito socialista diventato poi consigliere di Sarkozy, aveva rilevato nel 1990 il produttore di scarpe sportive con i finanziamenti del Crédit Lyonnais. Nel 1993 vendette la propria quota sempre attraverso la banca, che lo fece guadagnandoci. Tapie sostenne di essere stato truffato e fece causa. Nel frattempo il Credit Lyonnais andò in bancarotta e nel processo subentrò il Consortium de réalisation, un altro ente pubblico incaricato della liquidazione delle passività. Tapie in appello ottenne un risarcimento di 135 milioni di euro, ma la Cassazione rigettò la sentenza.
Nel 2007 Lagarde decise di dare l’ultima parola non alla giustizia ordinaria bensì a un arbitrato. Che finì con una vittoria di Tapie: l’imprenditore ottenne un risarcimento record di 403 milioni di euro. Per quella scelta la Corte, che giudica i comportamenti dei membri del governo nell’esercizio delle loro funzioni, la accusa ora di negligenza.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez