Il centro unico per le prenotazioni sanitarie, il sistema informatico di tutti gli uffici della Regione, le mail ordinarie e certificate, il programma per il pagamento degli stipendi dei dipendenti pubblici: servizi essenziali che in Sicilia non funzionano più dalla mezzanotte del 30 novembre. Colpa dell’ormai storica grana legale di Sicilia e-Servizi, la società regionale che gestisce il sistema informatico della Regione, guidata dall’ex pm Antonio Ingroia. Engineering, che fino al 2013 era socio della Regione nella gestione pubblico privata di Sicilia e-Servizi, vanta un credito da 114 milioni di euro: e per convincere Palazzo d’Orleans a pagare ha deciso di spegnere il server centrale, che ha sede a Point Saint Martin, in Valle d’Aosta. “Un atto illegittimo, ricattatorio, fuori luogo, senza alcun senso”, si lamenta Ingroia, nominato amministratore delegato di Sicilia e-Servizi dal governatore Rosario Crocetta nel 2013. “Un atto – continua l’ex pm – che mette a rischio servizi pubblici essenziali, e che arriva alla vigilia di una riunione importante”. In corso infatti c’è un vertice tra dirigenti della Regione, di Sicilia e-Servizi, e di Engineering: era stato fissato per discutere di questioni diverse dai crediti, ma il socio privato ha pensato di poter sfruttare l’occasione.

Già nei mesi scorsi la società privata aveva chiesto il sequestro di 88 milioni di euro di beni di Sicilia e-Servizi: richiesta bocciata dal tribunale di Palermo. Adesso Engineering ha prima inviato un ultimatum, notificato al governatore e ai vertici burocratici siciliani, quindi ha spento il sistema informatico regionale. Ma non solo. Perché la società ha anche annunciato un secondo ultimatum: se entro oggi non si dovesse risolvere il contenzioso con la Regione, è pronta a staccare totalmente l’energia elettrica al server centrale. “Fino a questo momento – spiega Ingroia – hanno provocato la sospensione di servizi essenziali, ma se staccassero davvero la corrente produrrebbero danni incommensurabili nel database della regione Sicilia, del valore di parecchi milioni. Per questo motivo siamo pronti a fare causa ad Engineering, e farci consegnare l’intero sistema informatico”.

Dalla riunione delle prossime ore, insomma, dovrebbe emergere una soluzione, seppur transitoria come nel caso del primo blackout. Già il 15 giugno scorso, infatti, Engineering aveva spento i computer della Regione, oscurando il sistema informatico siciliano. In pratica, nelle stesse ore in cui i comuni dell’Isola eseguivano le operazioni di spoglio elettorale per le amministrative, i siti internet per gestire i flussi elettorali e aggiornare in diretta le operazioni di voto erano fuori uso. Un paradosso, dato che dal luglio del 2013 la Regione Siciliana ha acquisito l’intero pacchetto di Sicilia e-Servizi. A quel punto Crocetta ha prima nominato Ingroia liquidatore, annunciando di volersi liberare di tutti i carrozzoni mangiasoldi regionali, poi – dopo l’ennesima marcia indietro – lo ha promosso amministratore delegato, salvando l’ente informatico. Che però, anche se da due anni è totalmente pubblico, continua ad essere tenuto sotto scacco dall’ex socio privato della Regione, ancora in possesso del sistema informatico siciliano. Un sistema che sulla carta non possiede più.

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