“Le tutele crescenti sono una presa in giro. Questa legge rende solo più facili i licenziamenti”. Così Maurizio Landini, segretario della Fiom-Cgil, commenta la nuova disciplina introdotta dal Jobs act, alla luce dei primi casi di allontanamento dei lavoratori dopo soli otto mesi di contratto. Dall’assemblea della Coalizione sociale a Milano, in vista della manifestazione a Roma del 21 novembre, il leader dei metalmeccanici illustra la risposta del sindacato: la Cgil consulterà i propri iscritti, tra gennaio e febbraio, per decidere se indire un referendum abrogativo del Jobs act. “L’obiettivo è cancellare quella legge – prosegue Landini – Non a caso, con la Cgil stiamo mettendo a punto la proposta di un nuovo Statuto dei lavoratori“. E ancora, il segretario Fiom attacca il governo di Matteo Renzi: “Hanno fatto una legge che non tutela la singola persona, ma il singolo imprenditore”  di Stefano De Agostini

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Jobs act, ecco i primi licenziati a tutele crescenti. A casa dopo otto mesi di lavoro

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Pubblico impiego e ‘precari stabili’: quali diritti e quali danni?

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