La parola trasparenza ormai è entrata nel vocabolario di molti italiani. Ma la trasparenza è proprio quello che manca quando i cittadini devono capire una cosa molto importante: come vengono spesi i soldi pubblici. Perché i bilanci delle amministrazioni sono qualcosa di incomprensibile ai non addetti al settore. Pagine e pagine di cifre, linguaggio contorto, commi che rimandano ad altri articoli. Un’idea per dare qualche risposta ai cittadini arriva da Pordenone, dove è nata la start-up Bilancio Digitale. Il nome dice già molto. L’obiettivo di questa nuova impresa, è “tradurre” i bilanci e riportarli in forma leggibile, in modo che così chiunque possa capire quanti soldi sono stati spesi e per quale motivo.

Il progetto è nato al Polo Tecnologico della città friulana. L’ente, il cui socio di maggioranza è la Regione Friuli Venezia Giulia, è un incubatore-acceleratore per imprese che puntano sull’innovazione. Bilancio Digitale prende vita quasi per caso. È stato concepito davanti alla macchinetta del caffè durante una chiaccherata tra Paolo Santin, 47enne che si occupa di consulenza informatica e Matteo Palmisano, direttore creativo 34enne.

Uno spunto è arrivato da un intervento di Gian Antonio Stella, che a Ballarò nel 2014 aveva detto: “La trasparenza non è pubblicare bilanci incomprensibili. La prima riforma da fare in questo Paese è obbligare a bilanci leggibili”. Messe insieme due competenze diverse, la coppia ha deciso di sviluppare un software che potesse essere di facile utilizzo per le amministrazioni pubbliche, e di facile comprensione per i cittadini. Così è partito a gennaio 2015 il lavoro di Bilancio Digitale, che è già stato testato dal Comune di Budoia, un paese di 2.500 persone nella pedemontana friulana, che sta facendo della tecnologia il motore del suo sviluppo: Infatti il territorio municipale è stato completamente cablato con la fibra ottica. Qui il bilancio digitale è stato fatto dall’assessore competente, che ha inserito in un file Excel i dati numerici sui conti dell’amministrazione, e il software poi li ha trasformati in grafici che riassumono ogni voce di spesa.

La vocazione di questa start-up, infatti, è di rendere semplice la compilazione per gli enti. Le maschere possono essere riempite da un dipendente comunale con le competenze di base con il computer e internet. In questo modo, nel giro di una manciata di ore, il bilancio digitale può essere pronto e condiviso sul web. I dati vengono caricati nel cloud Azure, gestito da Microsoft, e una volta inseriti tutti i dati, si sono tre versioni del bilancio: online, in slide per eventuali presentazioni, e in Pdf da utilizzare nelle comunicazioni istituzionali. I fondatori di Bilancio Digitale puntano a fare breccia nelle amministrazioni anche grazie al prezzo. I Comuni con mille euro l’anno potranno compilare e pubblicare il bilancio preventivo e consuntivo, e aggiungere nuovi dati in ogni momento. Partendo da schemi “precotti” oppure creando il proprio bilancio da zero, gli amministratori possono creare il bilancio su misura. Tutto con il supporto di un wizard (guida online) che segue ogni passo della creazione. Dai server di Microsoft il bilancio può arrivare nelle case di tutti i cittadini, che per la prima volta potranno anche capirlo.

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