Le dimissioni sono attese per lunedì. Diventeranno “effettive e irrevocabili nell’arco dei 20 giorni successivi”, si legge in una nota del Campidoglio. Nel frattempo Ignazio Marino continua a fare il sindaco a tempo pieno. Non solo: il primo cittadino che giovedì ha rassegnato le dimissioni, accarezzerebbe ancora l’idea di arrivare ad una “verifica politica” che gli chiarirà una volta per tutte se il suo addio dovrà essere definitivo oppure no. Tuttavia, in questo caso, filtra dai bene informati, il “sindaco-marziano” non escluderebbe di ritentare la conquista del Campidoglio con una sua lista civica. Una mossa che sfiancherebbe un Pd a Roma già logorato.

Insomma sul colle capitolino resta sempre sullo sfondo una resa dei conti tra il sindaco e il Pd. Una crisi che, come sollecitano Sel e il consigliere comunale e presidente di Radicali italiani Riccardo Magi, dovrebbe essere istituzionalizzata e portata in consiglio comunale, con Marino a fare la conta di chi è con lui e chi no. Uno scontro finale col Pd che lascerebbe feriti sul campo. Al momento i numeri non sembrano giocare a suo favore. Anche se venerdì Sel e oggi la sua lista civica, di cui fa parte anche Magi, hanno aperto ad una verifica politica e a un sostegno di fronte a un cambio di passo. L’obiettivo sarebbe stato più vicino se ai 10 consiglieri del Pd che si erano mostrati contrari alle sue dimissioni non fosse arrivato il richiamo dei vertici del partito, con l’arma della mozione di sfiducia sempre innescata.

Intanto Marino prende tempo. Ha rimandato la formalizzazione delle dimissioni a lunedì e, forte anche di un consenso crescente sui social con 25.500 firme già raccolte su Change.org in una petizione per non farlo dimettere, continua a lavorare. Di primo mattino ha incontrato a casa la presidente di Acea Catia Tomasetti. Poi è andato in Campidoglio dove nel pomeriggio ha incontrato i presidenti dei municipi a cui confermato la volontà di formalizzare le dimissioni lunedì, stabilendo la road map delle priorità da affrontare nei prossimi 20 giorni. “Ogni scenario che avete visto circolare in questi giorni – ha detto il sindaco – è solo veleno ed è privo di fondamento. La nostra priorità è non cancellare, al di là delle vicende politiche, il lavoro impostato in questi due anni, perché questo fa una classe dirigente responsabile verso i cittadini”. Niente partecipazione, invece, alla trasmissione di Fabio Fazio Che fuori tempo che fa.

Il conto alla rovescia, per Marino, dunque è cominciato. Con la formalizzazione delle dimissioni lunedì che saranno definitive solo il 1° novembre. E solo a quel punto si aprirà la partita per la successione in vista delle elezioni di primavera. Sul fronte dei possibili candidati dem si sfila Raffaele Cantone. “Io sindaco? Sto facendo il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e continuerò a farlo”, taglia corto. Anche sul fronte del centrodestra i giochi sono tutt’altro che fatti. Silvio Berlusconi punta su “un sindaco-manager” – un profilo più vicino a quello dell’imprenditore Alfio Marchini, unico candidato al momento già in pista – ma giudica anche una “buona opportunità” la discesa in campo di Giorgia Meloni. Il futuro del colle capitolino, come quello di Marino, è ancora pieno di incognite.

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