volkswagen concessionario 675

di Carblogger

I cicli di omologazione dell’auto cambieranno. E questa sembra l’unica cosa certa. Per il come, c’è grande confusione. Provo a tirare il filo di quanto accadrà. I nuovi cicli di omologazione, di cui si discute in questi giorni dopo lo scandalo Volkswagen, sono due.

Il primo è europeo e si chiamerà Rde, Real Driving Emission, sostituirà l’attuale ed entrerà in vigore a gennaio 2016. L’Rde all’inzio abbinerà ai classici test di laboratorio (Nedc) per la misurazione delle emissioni inquinanti delle prove in strada reale con accelerazioni e decelerazioni casuali. La misura delle emissioni sarà effettuata con delle apparecchiature portatili chiamate Pems, Portable emission measuring systems.

L’obiettivo è misurare le differenze tra i risultati dei test fatti in laboratorio e quelli ottenuti in strada. Le casuali variazioni di velocità rendono il test non “hackerabile” da parte di un software come accaduto nello scandalo Volkswagen.

Attenzione però, perché almeno nella fase iniziale, le prove in strada non avranno valore di omologazione (e non sostituiranno quelle di laboratorio): “In this initial stage the portable emissions system will be used for monitoring purposes and it will have no implications on the conformity certificate issued by the national type-approval authority (TAA)“, spiega l’Unione europea. Serviranno dunque solo per verificare quanto rilevato a “porte chiuse” sia vicino alla realtà ed eventualmente punire con delle multe le industrie meno virtuose.

In realtà, come dice la stessa Unione europea, nonostante il primo gennaio sia piuttosto vicino, i test Rde sono ancora da definire: “All the details related to the Rde procedure for passenger cars and vans are currently being discussed with stakeholders and Member States”.

Il problema sarebbe proprio la standardizzazione delle procedure dei test in strada: temperatura, pressione atmosferica, umidità, percorso, … devono essere uguali per tutti. Impossibile realizzare le stesse condizioni in strada reale o in circuito. Per questo allo studio ci sarebbero dei fattori correttivi da applicare ogni volta in funzione delle variazioni da una situazione “standard” in modo da uniformare per tutti le condizioni al contorno dei test.

Tutto in attesa del secondo ciclo, il Wltp (the Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedures) o Wlct (World-wide harmonized Light duty Test Cycle) sviluppato dall’Unece con l’obiettivo di stabilire delle norme uguali in tutto il mondo: “It is mandated in the EU that WLTP will replace NEDC in 2017”. L’Europa, come gli altri paesi, dovrà quindi adottarlo dal 2017. In questo caso a cambiare saranno le prove in laboratorio. In sintesi: 30 minuti invece che 20, accelerazioni più rapide e velocità massime più elevate.

A differenza dell’Nedc fornirà anche un valore di emissione di CO2 (che ricordo dovranno essere medie per la gamma di 95 grammi per km entro il 2021). Il nuovo Wltp riprodurrà una situazione di guida più vicina alla realtà dell’attuale Necd. La differenza tra i due cicli la potete vedere sotto. Anche con l’arrivo del Wltp, ogni Paese potrà comunque mantenere le proprie verifiche post-omologazione in strada (nel caso europeo l’Rde).

Sarà la volta buona?

@carblogger_it

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