Migranti, migliaia verso Austria e Germania da Ungheria

Come una grande e benefica pioggia, la decisione di Angela Merkel di aprire le frontiere tedesche all’umanità derelitta lì giunta dall’inferno in terra, speriamo ci abbia liberato per un tempo non breve dai miasmi mefitici dell’intrattenimento razzista. Purtroppo degli Orban ungheresi e dei suoi epigoni polacchi, cechi e slovacchi che a Est tornano a concimare la pianta avvelenata del fascismo non sarà affatto facile venire a capo.

Ma, e non è poco, la presenza al vertice della Germania di una statista capace di decisioni coraggiose e lungimiranti ci fa pensare che l’Europa della democrazia e della civiltà abbia finalmente una guida solida a cui affidarsi. Il partito del piagnisteo può lamentarsi quanto vuole dello strapotere di Berlino, per esempio sul rigore economico che poteva e forse può ancora strangolare la Grecia, né vengono cancellate le colpe storiche del passato. Ma le leadership si conquistano sul campo con atti concreti, capacità decisionali e valori etici cui richiamarsi, e la Merkel oggi rappresenta tutto questo. Poi c’è il miracolo delle persone, immagini che non ci stancheremo mai di rivedere. I cartelli Welcome to Munich alla stazione di Monaco. I fuggiaschi che scendono impauriti dai treni e che non credono ai loro occhi. Dopo essere stati trattati come sottouomini dai poliziotti greci, macedoni e magiari, si vedono circondati da una folla festante che dona loro cibo, vestiti e giocattoli per i bambini mentre alte e commoventi si levano le note dell’Inno alla gioia.

Ed ecco che la pioggia delle civiltà e della solidarietà comincia a ripulire anche gli angoli sporchi della più vergognosa speculazione politica sulla pelle di esseri umani che l’Italia repubblicana ricordi. Centinaia e centinaia di ore televisive impiegate a gettare benzina sul fuoco dell’intolleranza, a fomentare guerre fra poveri, a inventare inesistenti “emergenze rom” dove i veri borseggiatori erano i politici di Mafia Capitale arricchitisi rubando sui campi nomadi. Un fenomeno epocale come quello della catastrofe umanitaria generata da guerre e massacri è stato trasformato in una vergognosa caciara permanente dove maschere farsesche di destra e di sinistra sproloquiavano dandosi sulla voce. E più altercavano più i conduttori si fregavano le mani sperando di lucrare qualche miserabile zero virgola in più di ascolto.

Nel silenzio codardo è stata fatta passare qualsiasi infamia ed è comprensibile che l’onnipresente Matteo Salvini abbia potuto impunemente parlare di “genocidio degli italiani in corso” senza nessuno che abbia avuto il coraggio di replicare in diretta: ma che cazzo stai dicendo?

Non illudiamoci, solo per un po’ la pioggia benefica giunta dalla Germania ci risparmierà la tassa sui gay proposta (visto che c’era) da quel sindaco veneto ebbro di becerume. Mentre tanti suoi degni colleghi fomentavano rivolte di piazza perché costretti a ospitare, pensate, qualche decina di migranti in più.

Una volta tanto Matteo Renzi ha detto la frase giusta quando ha contrapposto gli “umani” alle “bestie”. Ora, sia conseguente facendosi spiegare dalla Merkel come si gestisce un’urgenza che necessita di regole umane ma rigorose ed efficaci, proprio per non ridare fiato alla xenofobia fascista. Quanto a noi, è più facile: per uccidere la bestia basta cambiare canale.

Il Fatto Quotidiano, 8 settembre 2015

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