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Calcio, Moratti: “Trofeo a cui sono più affezionato? Lo scudetto vinto a tavolino”

L'ex presidente dell'Inter, intervistato dal programma di Premium Sport "Passione Calcio" ha ripercorso gli anni passati al timone del club nerazzurro e si è lasciato scappare un'affermazione che non mancherà di far discutere
Calcio, Moratti: “Trofeo a cui sono più affezionato? Lo scudetto vinto a tavolino”
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“Qual è il trofeo a cui sono più legato? La Champions, anche se è scontato dirlo. Non disdegno lo Scudetto vinto a tavolino, l’ho trovata una cosa giusta. Anche quello del 2010 è uno di quelli che mi ha fatto soffrire di più”. Così Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, intervistato in esclusiva nel programma ‘Passione calcio‘ di Premium Sport.

Il patron del triplete racconta gli acquisti più importanti da lui effettuati: “Quello che ha fatto provare ai tifosi le emozioni più forti, che poi è l’essenza del calcio, è stato Ronaldo. Un altro giocatore, che ci ha fatto vincere tanto, è Ibrahimovic. Poi ce ne sono tanti: io insisto su Recoba. Ma Recoba è sempre rimasto un sogno: tu lo mettevi in campo e sapevi che poteva farti in ogni momento la cosa più bella che avevi mai visto. Ma sono orgoglioso di tutti”. Due i sogni rimaasti nel cassetto: “Il primo è Cantona. Forse avremmo cominciato prima a vincere, perché Cantona avrebbe spostato tutto. Ero presente allo stadio quando ha dato quel calcio al tifoso e mi sono detto che forse per la trattativa sarebbe stato utile, perché magari lo avrebbero liberato per quel gesto. Poi c’è Totti: ci fu la possibilità di trattarlo perché era in scadenza, ma la Roma non l’avrebbe mai lasciato andare via”

Sul possibile ritorno in nerazzurro, poi, ha detto: “Quando il presidente era mio padre io non pensavo minimamente di potergli succedere. Nella vita non si sa mai. Credo che i miei figli ora non ci pensino, ma quello che è successo a me può succedere a chiunque. Non saprei nemmeno se augurarglielo: fare il presidente di una squadra di calcio è un’esperienza completa ma molto complessa”. L’ex patron racconta le sensazioni di quel giorno del febbraio del 1995, data in cui comprò l’Inter: “Ricordo soprattutto la tensione, perché non l’avevo preannunciato a nessuno della famiglia. Non ho mai avuto il coraggio di dirlo a mia moglie, nemmeno adesso ce l’ho. Se ne rese conto perché mi vide in televisione, mentre mi intervistavano, e allora si interessò alla faccenda”.

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