La storia ha il sapore della beffa e la faccia di Thereau. L’attaccante dell’Udinese segna un gol che non vale solo 3 punti ma aggiunge un record alla bacheca dei friuliani, la prima squadra a battere la Juventus in casa nella prima giornata. Già di per sé, vedere i bianconeri sconfitti all’esordio in campionato, è una rarità: era accaduto appena una volta nelle ultime 31 occasioni in A. Nel 2010, a Bari, gol di Massimo Donati. Ora tocca all’attaccante francese aggiungere una pagina agli annali. Mentre Allegri si mangia le mani, inanellando un nuovo segnale negativo a un inizio di stagione per niente tranquillo. Perché fino alla stoccata di Thereau, la Juventus aveva monopolizzato il gioco e le occasioni. Senza riuscire a smuovere il tabellino. Accadeva anche negli anni passati, ma alla fine arrivava una punizione di Pirlo o una zampata di Tevez. Gente che è andata via e della quale i campioni d’Italia dovranno imparare a fare a meno, soprattutto nelle giornate più difficili.

Ciò che non cambia è il modulo. L’anno scorso era stata una scelta, quest’anno la questione di è necessità. Allegri riparte ancora dal 3-5-2, schema consolidato e usato anche in Supercoppa Italiana. Troppe le assenze e le incertezze per trasferirsi in via definitiva al 4-3-1-2 con Khedira e Marchisio k.o. e il trequartista ingaggiato solo poco prima di scendere in campo (Cuadrado dal Chelsea) dopo un’estate di inseguimenti a vuoto. A sorpresa, però, l’unica faccia nuova è quella di Mandzukic. Dybala va in panchina, come successo contro la Lazio a Pechino, e accanto al croato c’è ancora Coman. Non si esaurisce la fiducia al giovane talento francese, chiamato a migliorare gli sprazzi di buon calcio messi in vetrina nella passata stagione. E in un primo tempo di costante presenza nella metà campo dell’Udinese – schierata in maniera speculare e parecchio rinunciataria – è proprio la sorpresa di Allegri a rendersi pericoloso. Coman è attivo ma impreciso, come in apertura quando spara su Karnezis da buona posizione. Per il resto, ci sono le vecchie certezze, destinate però a sgretolarsi. Lichtsteiner resta un rebus per il giovane iracheno Adnan. Da ogni discesa del laterale svizzero nasce un pericolo, che sia un suggerimento per i compagni (Manduzkic di testa poco prima dell’intervallo) o una conclusione personale (puntuale due volte Karnezis). Barzagli-Bonucci-Chiellini cancellano i pochi e inconsistenti tentativi della squadra di Colantuono.

Restano eventi rari anche nella seconda parte di gara. La pressione si trasforma in un accampamento dalle parti di Karnezis. Mandzukic fa il centroboa e fallisce l’occasione migliore, Padoin non disdegna inserimenti pericolosi ma inefficaci. Tutto su suggerimento di Coman fin quando non lascia il posto a Dybala. Un’ora di monologo non è bastata ai bianconeri per sbloccare la partita, l’argentino diventa quindi l’apriscatole nelle mani di Allegri. E funzionerebbe subito se Pogba non sprecasse un filtrante al bacio. Poi il primo, unico e decisivo lampo dell’Udinese: Kone pennella, Thereau ci mette la firma approfittando di un clamoroso buco di Lichtsteiner in marcatura. Di quegli avvenimenti che capitano raramente. Come la Juventus a zero punti dopo la prima giornata di campionato. Non succedeva da cinque anni. In casa non c’è almanacco che tenga. È la prima volta. Finora la storia recitava 33 vittorie e 7 pareggi. Alla quarantunesima, la Juventus, alla ricerca di certezze e nuovi equilibri, cade. Nulla di traumatico, ma un altro segnale negativo in questo inizio di stagione.

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