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Terrorismo, espulsi coniugi albanesi. “Avevano abbracciato la jihad”

Sulla coppia, residente in provincia di Perugia, pendeva un provvedimento firmato dal ministro Alfano. Marito e moglie sono stati rintracciati e accompagnati in Albania. Sottosegretario all’Interno: "Avevano fini di indottrinamento e proselitismo"
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I detective della questura di Perugia li hanno tenuti d’occhio per un anno. Il lavoro della Digos ha invece ricostruito minuziosamente le loro simpatie e i loro proseliti per la jihad. Il ministero dell’Interno ha fatto il resto emanando un provvedimento di espulsione dall’Italia per una coppia di coniugi albanesi, residenti nel Perugino. Marito e moglie, lui 32 anni e lei 23, sono stati rintracciati nella loro abitazione e quindi accompagnati in Albania dai poliziotti dopo la convalida del provvedimento arrivata ieri dal giudice di pace.

Massimo riserbo da parte degli investigatori su dove i due risiedevano. L’uomo lavorava come artigiano mentre la donna era casalinga e girava con il velo secondo i dettami islamici.

Erano su “posizioni radicali e avevano abbracciato l’ideologia jihadista con fini di indottrinamento e proselitismo”. A dirlo all’Ansa è il sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci. Che ha espresso “apprezzamento e soddisfazione” per il lavoro della questura di Perugia guidata da Carmelo Gugliotta.

“Dopo un anno di indagini – ha spiegato il sottosegretario – sono state acquisite informazioni che hanno portato al provvedimento di espulsione, firmato dal ministro Angelino Alfano, per la coppia che era in regola con il permesso di soggiorno. Un’attività, quella degli investigatori, condotta con grande professionalità e riservatezza. Dimostra che lo Stato opera non solo per il contrasto dei fenomeni criminali ma investe molte risorse per la prevenzione. Bisogna esserne orgogliosi”.

“Gli umbri – ha sottolineato ancora Bocci – si possono fidare della competenza e professionalità delle forze dell’ordine. Impegnate in un lavoro capillare e scrupoloso”.

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