La Marina militare di Israele, nella notte di domenica 28 giugno, ha fermato la nave della Freedom Flotilla III (nella foto, la Flotilla II) con a bordo attivisti filo palestinesi, diretta nella Striscia di Gaza.
La svedese Gothenburg Marianne, che faceva parte della flottiglia composta da quattro imbarcazioni, è stata “scortata” fino al porto israeliano di Ashdod, impedendole di forzare il blocco imposto da Gerusalemme. Secondo quanto riportato dalla Reuters, che ha citato fonti dell’Israel Defense Forces, un commando di soldati israeliani sono saliti a bordo della nave e hanno effettuato una perquisizione, senza provocare incidenti. Episodi simili erano già accaduti in passato, il più grave di tutti sicuramente quello accaduto nel 2010 quando, con un blitz a bordo della Flotilla diretta a Gaza, unità speciali della marina di Gerusalemme causarono la morte di otto cittadini turchi e un turcoamericano.
Sulla nave svedese, che trasportava un carico di pannelli solari per alleviare i gravi problemi di elettricità a Gaza e anche forniture mediche, erano presenti circa cinquanta attivisti provenienti da diciassette Paesi, tra i quali c’era anche un deputato arabo israeliano Bassel Ghattas e l’ex presidente tunisino Moncef Marzouki. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, si è congratulato con i soldati per l’operazione avvenuta a 120 chilometri dalla costa, affermando che la nave della Flotilla III era coinvolta in una “dimostrazione di ipocrisia” e di sostegno a Hamas, aggiungendo che le azioni di Israele “sono avvenute in accordo con il diritto internazionale, cosa che è stata confermata da una commissione del Segretario generale dell’Onu“.
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