L’Italia fornirà d’urgenza all’Egitto pezzi di ricambio per i suoi caccia F-16 impiegati negli attacchi aerei in Yemen e Libia. L’annuncio – di non poco rilevo – l’ha dato di sfuggita il ministro della Difesa Roberta Pinotti giovedì scorso, al termine dell’audizione sul Libro Bianco di fronte alle commissioni parlamentari riunite Esteri e Difesa, quando i parlamentari stavano ormai lasciando la sala. In pochi ci hanno fatto caso. Tra questi, alcuni esponenti di Cinquestelle, Sel e Alternativa Libera che hanno subito presentato un’interrogazione congiunta per avere chiarimenti.

“Vogliamo sapere come il Governo ritenga compatibile questa cessione di materiale militare a un paese in guerra con il divieto previsto dalla legge 185 del 1990”, dice al fattoquotidiano.it Massimo Artini, vicepresidente della commissione Difesa della Camera. “Gli F-16 egiziani sono impiegati in operazioni militari unilaterali senza alcuna autorizzazione da parte delle Nazioni Unite: i ripetuti raid in Libia e i la campagna di bombardamento in Yemen che in meno di due mesi ha provocato oltre 1.400 morti, per la maggior parte civili inermi, e oltre 6.000 feriti”.

Grazie a un sotterfugio che un ex ministro della Difesa di nome Sergio Mattarella denunciò anni fa come “un grave svuotamento delle disposizioni contenute nella legge 185”, il Governo può aggirare il divieto di forniture militari a un paese in guerra se con esso ha stipulato un accordo intergovernativo nel campo della difesa e dell’import-export dei sistemi d’arma. “Lo scorso 20 dicembre 2014 la Pinotti e il ministro della Difesa egiziano, generale Sedki Sobhi, hanno siglato una dichiarazione congiunta in materia di cooperazione tecnico-militare alla quale, però, non è ancora seguita la stipula del previsto accordo intergovernativo, che poi va ratificato dal Parlamento”.

“L’accordo Italia-Egitto verrà stipulato e ratificato a breve”, garantiscono fonti del Ministero della Difesa. Rimane il dubbio di come sia possibile conciliare i tempi di questo iter diplomatico-parlamentare con l’urgenza della fornitura annunciata dalla Pinotti. Nessun dubbio, invece, sulla provenienza dei pezzi di ricambio: l’Aeronautica Militare ha spiegato al fattoquotidiano.it che si tratta di residui delle scorte acquistate nell’ambito del programma “Peace Caesar” con cui l’Italia nel 2003 prese in leasing dagli Stati Uniti 34 aerei F-16, poi restituiti nel 2012.

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