“Da settembre dello scorso anno non solo sto rispondendo personalmente con il mio patrimonio per la mia quota di responsabilità come direttore, ma sono già alla quarta transazione economica con i creditori, e si tratta di somme ingente, per coprire anche le quote che dovrebbe pagare l’editore che non c’è più”. È quanto afferma Concita De Gregorio, ex direttrice de L’Unità dal 2008 al 2011, durante una conferenza stampa che si è svolta alla Camera per cercare di sensibilizzare anche la politica su quello che sta avvenendo ai giornalisti che hanno lavorato presso il giornale fondato da Antonio Gramsci e che non è più in edicola dal 31 luglio 2014 dopo che la Nie, che ha editato l’Unità dal 2001 fino alla sua chiusura, è stata messa in liquidazione e i libri sono stati portati in tribunale con un debito complessivo di 32 milioni di euro. All’incontro erano presenti anche il tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi, alcuni parlamentari e molti giornalisti che hanno lavorato all’Unità. “È una vicenda – ha aggiunto la De Gregorio – che segna uno spartiacque e che può riguardare chiunque. Se domani, infatti, i cinesi o i thailandesi, invece di comprarsi una squadra di calcio, decidessero di acquistare un gruppo editoriale e facessero l’operazione classica di chiuderla e riaprirla, da quel momento esatto direttore, editorialisti, redattori e inviati sarebbero personalmente chiamate a rispondere di un debito che non è il loro debito. Qui – sottolinea De Gregorio – non si tratta di sottrarsi dalle responsabilità individuali, ma di essere costretti a partecipare col proprio patrimonio al posto degli azionisti“. Secondo l’anticipazione dell’inchiesta che andrà in onda a Report, domenica alle 21.45 su Rai3, e pubblicata su corriere.it i quali, alla De Gregorio hanno già pignorato beni per pagare il conto delle cause che l’Unità ha perso in questi anni

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