Così Claudio Velardi, ex consigliere politico di D’Alema ed ora renziano di ferro, ha definito, in una recente intervista, i ‘dissidenti’ Pd: “dieci piccoli indiani della sinistra renziana non hanno le palle di sfanculare D’Alema e Bersani”, “nani che si stanno contendendo la leadership della sinistra non renziana, da Landini a Vendola, a Civati a Cuperlo, a Fassina, Boccia, D’Attorre…”.

Sappiamo già – dal finale della filastrocca – che non ne rimarrà nessuno. Renzi, passo dopo passo, divisione per divisione, riforma per riforma sta facendo fuori tutti gli oppositori: da Miguel Gotor a Bersani, da D’Alema a Cuperlo, dalla Bindi a Civati, dovranno tutti allinearsi alle ‘accelerazioni’ renziane in nome della disciplina di partito. Il Premier ha già annunciato che lunedì ‘blinderà’ il testo dell’Italicum, con un voto interno al partito che impegni le sue correnti su un testo definitivo.

La mossa di Renzi è la risposta a quello che, si diceva, fosse l’accordo interno alle correnti di partito per far slittare il voto sulla legge elettorale a dopo le elezioni di maggio. Non sarà così, non ci saranno trattative estenuanti o ritardi: Renzi imporrà al Pd un’altra ‘resa dei conti’, ed il partito starà dalla sua parte. Il finale è già scritto: dei dieci piccoli indiani non ne rimarrà nessuno. Il delitto perfetto di Renzi si sta compiendo.

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