Arrivare in centro, ripassare più e più volte dalle stesse strade alla ricerca di un parcheggio dove lasciare l’auto, finalmente trovarlo, ma accorgersi solo dopo avere spento il motore che di monetine da mettere nel parchimetro non c’è neanche l’ombra. Succede. E però, da qualche tempo a questa parte, non è più una “giustificazione” per non pagare il dovuto e sperare di non venire multati. Non a Genova, per esempio, una delle più recenti aggiunte alla ristretta cerchia dei centri urbani dove è possibile pagare la sosta con lo smartphone: da febbraio il capoluogo ligure, tradizionalmente restio alle novità, in questo caso ha deciso di fare un sforzo di modernità, aderendo con la sua Genova Parcheggi (di proprietà del Comune) alla piattaforma EasyPark, nata in Svezia e parecchio utilizzata anche all’estero.

Per gli automobilisti l’utilizzo è semplice: scaricata l’omonima app (per iOS, Android e Windows), ci si registra, si fornisce un numero di carta di credito e si è più o meno pronti a incominciare. Una volta trovato il parcheggio, basta cercare il codice dell’area sui cartelli stradali, inserirlo sull’app insieme con la targa dell’auto e comunicare l’ora prevista di fine sosta, che potrà essere eventualmente prorogata, sempre attraverso l’app. A chi si domanda se per evitare al multa è necessario lasciare lo smartphone in bella vista sulla plancia come una sorta di tagliando 2.0, il sito di EasyPark spiega che prima di iniziare a utilizzare il servizio è necessario attendere che arrivi a casa l’apposito adesivo da applicare sul parabrezza, che spiega appunto che quell’auto non fa la furba, ma paga in modo moderno. Comunque, se siete impazienti, il sito di Genova Parcheggi suggerisce che in alternativa basta anche “un bigliettino con la scritta Easypark”. Al momento, sull’App Store, EasyPark non ha molte recensioni, ma chi si lamenta lo fa soprattutto a causa delle tariffe: per utilizzare il sistema è necessario stipulare un abbonamento, che può costare 2,99 euro al mese, oppure niente, ma in quest’ultimo caso si pagherà una commissione del 15% sulla sosta.

Esistono però app analoghe che non caricano costi aggiuntivi: sono myCiceroTelepassPyng, Sostafacile e Phonzie. La scelta non è libera, dipende dalle convenzioni siglati dai vari Comuni, ma ormai si può pagare la sosta tramite app sia nelle città grandi sia in piccoli centri, da Torino a Verona, Bologna e Napoli, passando per Palermo, La Spezia, Brescia, Trento, Modena, Novara sino a cittadine come Lerici, Cervia, MeranoCasale Monferrato, Rovereto e pure Canicattì, e naturalmente Roma dove è possibile utilizzare ben 4 app diverse, fra cui anche ParkAppy.

Unica grande (e inaspettata) assente è Milano: nella capitale morale d’Italia, centro di innovazione e modernità che si prepara ad aprire le porte per Expo 2015, in alternativa ai vecchi parcometri ci sono solo gli inossidabili “grattini”, le tessere a scalare, oppure, unica concessione alla “modernità”, il caro e ormai sorpassato sms. Ma pare che il progetto sia in cantiere, almeno stando a quanto spiegato a Ilfattoquotidiano.it dal Comune, che ha assicurato che dopo l’sms arriverà presto anche un’applicazione ad hoc. L’ideale sarebbe che l’obiettivo venisse raggiunto entro i prossimi due mesi, in tempo proprio per l’apertura di Expo, ma l’iter sembra essere decisamente più lungo.

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