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Milano, nel Giardino dei Giusti ci sono sei nuovi alberi

Milano, nel Giardino dei Giusti ci sono sei nuovi alberi
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“Chi salva una vita salva il mondo intero”, è scritto nella Bibbia. Del resto, anche il Corano dice: “Chi uccide un solo uomo innocente, uccide tutta l’umanità”. Il gentile che salva la vita a un ebreo, a rischio della sua, è detto Giusto tra le nazioni e gli è dedicato un albero nella Foresta dei Giusti, a Gerusalemme. Ma il lavoro e la passione di Gabriele Nissim, scrittore milanese, ha fatto nascere Gariwo, l’associazione che ha promosso il Giardino dei Giusti di Milano, in cui viene ricordato chi, dopo la Shoah, si è dato da fare per salvare e soccorrere uomini in altri contesti tragici, dal genocidio armeno a quello del Ruanda, dai massacri in Cambogia a quelli in Bosnia.

La tenacia di Nissim ha ottenuto che da tre anni si celebri la Giornata europea dei Giusti. Oggi, 6 marzo, a Milano, sul Monte Stella, saranno ricordati con un albero piantato e un cippo altri sei Giusti. Non si è fatto in tempo a onorare Ahmed Merabet, il poliziotto francese di origine algerina ucciso a Parigi mentre proteggeva la redazione di Charlie Hebdo, e Lassana Bathily, il musulmano francese che lo stesso giorno ha salvato decine di ebrei nel supermercato kosher. I nuovi alberi sono dedicati a Razan Zaitouneh, avvocatessa siriana attivista dei diritti civili, rapita nel 2013 vicino a Damasco da gruppi estremisti jihadisti; Ghayath Mattar, giovane pacifista siriano che offriva fiori ai soldati in segno di dialogo e si batteva per i diritti umani e la libertà e che è stato arrestato e ucciso in Siria nel 2011; Mehmet Gelal Bey, turco ottomano, sindaco di Aleppo, che si è opposto alle direttive del suo governo che imponevano l’eliminazione del popolo armeno nel genocidio del 1915; Alganesh Fessaha, attivista umanitaria italoeritrea che ha rischiato la vita per soccorrere i perseguitati in Africa e ha aiutato i migranti e i loro familiari a Lampedusa dopo il tragico naufragio del 2013.  

Non solo. Un albero sarà piantato anche in onore degli uomini e delle donne della Guardia Costiera italiana che rischiano la vita, al largo delle coste italiane, per salvare i naufraghi in fuga dalla fame e dalla violenza. Un’ultima pianta, infine, ricorderà Rocco Chinnici, il magistrato palermitano creatore del primo pool antimafia, ucciso da Cosa Nostra nel 1983: tra i Giusti entrano così anche i testimoni della legalità e della lotta antimafia.  

Cerimonie in onore dei Giusti avranno luogo anche a Firenze, Roma, Bitonto (Ba), Rimini, Bellaria-Igea Marina, Seveso e altre città italiane. Iniziative di Gariwo anche in altri Paesi d’Europa. A Praga ci sarà un convegno dedicato al centesimo anniversario del genocidio armeno e al Giusto Armin T. Wegner. A Varsavia, la Festa dei Giusti, al museo di storia degli ebrei polacchi che sorge nel cuore dell’ex ghetto della capitale e racconta la storia della presenza millenaria degli ebrei in Polonia. A Düsseldorf, cerimonia musical-letteraria in onore di Armin T. Wegner, Giusto per gli ebrei e per gli armeni che tentò invano di denunciare la persecuzione degli ebrei in Germania, e di Dogan Akhanli, che si è battuto per la verità sull’omicidio del giornalista Hrant Dink in Turchia. In Israele, incontro presso la Open University of Israel a Ra’anana con Gabriele Nissim, Pietro Kuciukian e Yair Auron in cui sarà annunciata la nascita di Gariwo-Israele.

Poi, il 10 marzo, a Neve Shalom-Wahat el Salam (“Oasi della pace” in ebraico e in arabo), il villaggio abitato da arabi palestinesi ed ebrei israeliani, avrà luogo la cerimonia di dedica degli alberi per gli armeni che salvarono gli ebrei dall’Olocausto, per i soccorritori del genocidio in Ruanda, per i giusti ebrei israeliani e arabi musulmani.  

@gbarbacetto

Il Fatto Quotidiano, 6 marzo 2015

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