Ron, Renzo Arbore, Samuele Bersani, Ornella Vanoni, Gianni Morandi (con chitarra e bastone supporto per i selfie), Gigi D’Alessio, Caterina Caselli, gli Stadio. Poi ancora Paolo Fresu, Piero Odorici, Noemi, Jimmy Villotti, Federico Zampaglione, Stefano Di Battista. Decine di nomi tra i più importanti della musica italiana si sono dati appuntamento “a casa” di Lucio Dalla il 2, 3 e 4 marzo 2015 in via D’Azeglio a Bologna. Canteranno, suoneranno e chiacchiereranno con il pubblico (pagante) dentro l’abitazione, le cui mansarde sono rimaste senza un acquirente dopo l’asta andata a vuoto, e che nel suo piano nobile zeppo di opere d’arte diventerà presto una casa-museo con la benedizione e l’appoggio del Ministero dei Beni Culturali.

Il giorno 2, 3 e 4 marzo i fortunati possessori dei 622 biglietti che permetteranno l’ingresso nell’ormai storico spazio di via D’Azeglio (i tagliandi sono stati venduti in nemmeno tre ore), potranno accedere a scaglioni dalle 11 alle 19 e ad ogni entrata ci saranno diversi personaggi ad intrattenerli tra dipinti di Mimmo Paladino (anche lui presente nei giorni di visita), il divano usato per le superproiezioni cinematografiche di casa Dalla e la memorabilia di 40 anni di collezionismo artistico ad altissimo livello. Alessandro Haber, ad esempio, reciterà alcuni testi meno conosciuti del cantautore; Vanoni e Bersani offriranno un imperdibile duetto; Gigi D’Alessio racconterà dei legami di Lucio con Napoli; l’amico Vincenzo Mollica mostrerà dei video inediti e ci sarà perfino il giornalista e conduttore di Rai Storia Max Bernardini per raccontare il rapporto tra Dalla e l’aldilà (qui la lista completa degli ospiti). Non ci sarà, invece, Marco Alemanno, il compagno del cantautore scomparso: “Abbiamo il massimo rispetto per lui – ha spiegato la parente di Dalla e presidente della Fondazione a lui dedicata, Donatella Grazia — ma le nostre strade si sono separate fin dall’inizio”. Alemanno è invece il protagonista del documentario diretto da Mario Sesti “Senza Lucio” in anteprima in questi giorni in numerose sale cinematografiche italiane e dal 5 marzo prossimo in prima visione da Vipiteno a Siracusa.

Non passa anno che quel primo marzo 2012 di dolore venga ricordato con sentita e toccante devozione; come del resto quel 4 marzo 1943 viene ancora una volta celebrato come la data di nascita di un genio della musica. Lucio Dalla riappare sempre, quando meno te lo aspetti. Accendi la radio e lo ritrovi tra le frequenze della stazione commerciale, come in quella di nicchia. Versi, ritornelli, melodie che sono il Dna di una nazione. Lo scopri quando all’improvviso due film italiani importanti, due grosse produzioni per sintetizzare uno stato d’animo gioioso dei protagonisti del film fanno partire per due-tre minuti a tutto volume “Telefonami tra vent’anni” (“Il Nome del Figlio” della Archibugi) o “La sera dei miracoli” (“Nessuno si salva da solo” di Castellitto).

Diversa la vicenda legata all’eredità immobiliare del famoso cantautore bolognese ora deviata, e in qualche modo rallentata, dall’operazione “vincolo” posta nell’ottobre 2014 dal ministro Dario Franceschini – tra l’altro anche lui presente in uno degli slot casalinghi in cui entrerà il pubblico. Sui duemila metri quadrati destinati a diventare Casa Museo, Mibact e Sovrintendenza di Bologna hanno infatti posto il vincolo che riguarda gli oggetti lì presenti, collezionati da Dalla, che non possono essere venduti o spostati, salvo autorizzazione. L’apertura della casa-museo, dicono i parenti/eredi, “avverrà entro il 2015. E’ un’ipotesi, non una promessa”. La cautela è d’obbligo dal momento che sarebbero dovuti essere proprio questi i giorni in cui il Museo dedicato a Dalla avrebbe dovuto aprire al pubblico.

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