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L’Oriana perde share. Ma piace sia alle élite che al pubblico iperpopolare

L’Oriana perde share. Ma piace sia alle élite che al pubblico iperpopolare
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L’Oriana, a quanto racconta chi l’ha conosciuta, era un personaggio aspro, e tale è apparsa anche nella fiction, nonostante gli ovvi tentativi di ammorbidimento messi in campo dagli sceneggiatori. Si sa che l’aspro nella tv generalista non tira, ma proprio l’asperrimo personaggio dell’Oriana è apparsa su Rai Uno nella stessa collocazione serale che appena la settimana prima aveva decretato il trionfo (“Un passo dal cielo”) di Terence Hill nei panni dell’eroe-guardia forestale, un tipo che con le pacche sulle spalle ci va fortissimo.

Quanto basta per spiegare la scarsa tenuta del pubblico, che è andato perdendosi minuto dopo minuto: si è radunato curioso per la prima mezzora (17%), ma ha finito col restringersi fino al 14% verso la fine della prima puntata e lì è restato per l’intera seconda puntata.

Ma non è stata una fuga di massa che ha coinvolto ogni tipo di spettatore: quelli in fondo alla scala sociale se ne sono andati e, con loro in particolare, le donne sopra i 55 anni; ma i vertici della scala sociale, specie quelli caratterizzati da un forte capitale culturale, sono invece rimasti fino all’ultimo. Il che può non sorprendere visto che l’eroina era per l’appunto una esponente della medesima élite. Quel che sorprende è che in mezzo a tanta gente dei quartieri alti siano rimaste in platea a vedersi l’Oriana anche le ragazze e signore iperpopolari (lo zoccolo duro di “Uomini e Donne”, per capirci).

Cosa tiene insieme “Uomini e Donne” e l’interesse per l’Oriana? È solo merito degli addolcimenti melò (l’amore con Panagoulis che però la tradisce, l’idea dell’adozione, la gravidanza interrotta…) manovrati dagli sceneggiatori; oppure della tentante curiosità per una donna tutt’altro che “casa e famiglia” proprio da parte di donne che nella maggior parte vivono esattamente quella condizione e quella ideologia, ma che comunque sono ben lontane dalla cheta Lucia Mondella?

L’inaspettato ha sempre una ragione e qui, certo, la materia è effimera. Ma siccome i “segnali deboli” sono pur sempre segnali, qualcuno si domanderà di certo, d’ora in poi, quali altre sorprese sociologiche stiano apparecchiando le amiche che immaginiamo più affaccendate a mandare avanti la baracca della tradizione.

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