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Yara Gambirasio, gip boccia l’istanza di scarcerazione per Bossetti

Resta il pericolo di reiterazione del reato per le ricerche sui minori fatte su internet e la testimonianza di una donna che lo ha visto in compagnia di una ragazzina l'estate prima dell'omicidio
Yara Gambirasio, gip boccia l’istanza di scarcerazione per Bossetti
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Il gip di Bergamo, Ezia Maccora, ha bocciato l’istanza di scarcerazione avanzata da Claudio Salvagni, il legale di Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere dal 16 giugno scorso, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. Secondo il giudice per le indagini preliminari, la validità del Dna nucleare attribuito al muratore trovato sul corpo della 13enne non è scalfita dalle motivazioni della difesa, mentre, alla luce di quanto depositato di recente dal pm, si è ampliata la gravità degli indizi nei confronti del muratore di Mapello, per cui resta il pericolo di reiterazione del reato. Le motivazioni si basano sulle ricerche nel computer di Bossetti riguardanti minori fino al maggio 2014 e la testimonianza d’una donna che ha detto d’averlo visto l’estate prima dell’omicidio di Yara con una ragazzina fuori dalla palestra di Brembate di Sopra.

Salvagni, nella richiesta di 13 pagine, aveva sottolineato presunte incongruenze negli accertamenti sul Dna trovato sul corpo della vittima e attribuito a Bossetti. Secondo l’avvocato, l’accusa avrebbe l’obbligo di formulare la richiesta di giudizio immediato, salvo che questa pregiudichi gravemente le indagini. “Se il quadro è esaustivo – aveva dichiarato il legale – si deve chiedere il giudizio immediato e il fatto che non sia accaduto dimostra l’inconsistenza degli indizi in mano alla Procura”. Nell’istanza la difesa sottolineava inoltre come la recente relazione del consulente della Procura, Carlo Previderè, evidenziasse che nessuna delle tracce pilifere trovate sul corpo di Yara presentava il Dna di Bossetti, ulteriore elemento che lo scagionerebbe.

Non è la prima volta che la difesa di Bossetti chiede la scarcerazione del muratore, contestando la compatibilità del Dna. Lo scorso 11 settembre il gip di Bergamo Maccora aveva già respinto la richiesta, così come i giudici del tribunale del Riesame di Brescia. Si complica dunque la posizione del 44enne, dopo che un video, diffuso lo scorso dicembre, mostrava il suo furgone bianco vicino alla palestra dove la ragazza di Brembate fu vista l’ultima volta prima di scomparire, il 26 novembre del 2010.

 

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