Ci siamo. Domani comincia il Festival di Sanremo e, come ogni anno, siamo qui a non sapere che atteggiamento tenere nei confronti dell’appuntamento principe del nazionalpopolare italico.
Partiamo dalle certezze, o almeno da quelle che ci sembrano tali a poche ore dall’inizio: probabilmente il Festival di Carlo Conti sarà molto nazionalpopolare, forse troppo, con un target ben preciso individuato nel solito pubblico di RaiUno. Conti è un mediano di talento, fa il suo lavoro, lo fa bene e porta a casa risultati invidiabili.
Però, perché un però c’è sempre, il Festival di Sanremo aveva fatto così tanto per scrollarsi di dosso la patina polverosa del baudismo, che vederlo ripiombare nel rito televisivo di inizio anni Novanta (con il bravo presentatore, la scaletta precisina e senza picchi, la bionda e la mora, per quanto atipiche) fa un po’ male, soprattutto a chi crede che un nazionalpopolare di qualità possa davvero esistere in televisione.
Sarà un Sanremo noioso e baudesco, dunque? Ovviamente non possiamo dirlo a priori, perché sarebbe segno di un pregiudizio malevolo. Certo è che non ci si può aspettare un’edizione rivoluzionaria. Mutatis mutandis, è un po’ come Mattarella al Quirinale: persona degnissima, per carità, ma non proprio l’esempio più fulgido del progressismo del XXI secolo.
Un’altra cosa certa è la squadra di big in gara. Pochi nomi davvero interessanti dal punto di vista musicale, troppo spazio agli idoli dei teenager usciti dai talent, troppi riciclati che non pubblicano un album nuovo dai tempi di Gino Latilla. Sì, i veri big della canzone italiana a Sanremo non ci vanno. Ma anche tra i giovani c’è molta qualità che Sanremo pare voler ignorare anno dopo anno.
Un’incognita interessante da seguire è la presenza delle due inedite co-conduttrici (da queste parti non leggerete mai quel brutto termine con la “v”) Emma Marrone e Arisa. Entrambe cantanti e non conduttrici, entrambe con importanti esperienze nei talent (una c’è nata, l’altra ha fatto il giudice), entrambe dotate di un temperamento niente male e di un certo piglio imprevedibile che potrebbe mischiare un po’ le carte del rito imbalsamato musical-televisivo.
Si giocano molto, Emma e Arisa, perché entrambe al top della carriera. Sanremo potrebbe essere la ciliegina sulla torta, la loro consacrazione finale, oppure trascinarle nel solito vortice di polemiche, gossip, chiacchiericcio rivierasco. Dipenderà molto da loro, quello è certo, ma ci sono alcune variabili che non potranno controllare: lo stile che Carlo Conti ha deciso di dare alla conduzione, il successo delle canzoni (che conta poco, in realtà, rispetto agli esperti televisivi), i dati dell’Auditel.
Tutte incognite che saranno svelate a partire da domani sera. Noi, per quanto ci riguarda, proveremo a seguire il tutto con il minor pregiudizio possibile. Sapendo, però, che non ci aspettiamo chissà cosa.