Ventimila euro l’anno in più per aver fatto il proprio compito. Un totale di circa 3,2 milioni di euro registrati nel bilancio 2014 della Regione Piemonte sotto la voce “retribuzione del risultato per il personale dirigente”. Questo è il costo dei riconoscimenti ai funzionari che hanno raggiunto alcuni obiettivi, obiettivi che secondo la consigliera M5S Francesca Frediani sono semplicemente “azioni oggetto della normale attività lavorativa di un dirigente”.

Dopo il caso dei superpremi ai dirigenti in Liguria, in Toscana e in Campania, è la volta del Piemonte. “In seguito a un’interrogazione sui fondi per il turismo, abbiamo visto che sono stati persi dei soldi per colpa delle lungaggini e abbiamo iniziato a ragionare sulla redditività dei dirigenti. Volevamo capire se le loro retribuzioni erano legate agli obiettivi e se c’era un modo di intervenire in caso di danno”, spiega Frediani, autrice di un ordine del giorno in cui chiede di migliorare il sistema dei premi. Così il M5S ha ottenuto una tabella con 665 obiettivi sulle attività “premiate”: “Li abbiamo analizzati e alcuni erano risibili, per non dire ridicoli”.

Cosa deve fare uno dei tanti dirigenti per portarsi a casa ventimila euro di retribuzione variabile in aggiunta ai 94mila fissi? Deve portare a termine almeno quattro compiti, qualche volta qualcuno di più. Alcuni sono gesti che dovrebbero essere fatti normalmente per semplificare e digitalizzare l’amministrazione e che invece vengono ancora visti come straordinari. C’è chi ha dovuto “garantire la riduzione dell’archivio cartaceo settoriale attraverso la definizione di un piano d’archivio e l’aggiornamento del massimario di scarto” e chi ha dovuto occuparsi del “riordino della documentazione cartacea presente nell’archivio sotterraneo e nei singoli uffici”. Qualcuno ha dovuto firmare digitalmente almeno la metà delle email inviate con la posta elettronica certificata o “contribuire alla pubblicazione dei dati sui procedimenti nell’area ‘Trasparenza’ del sito”.

Altri dirigenti hanno avuto punti in più per aver preso parte alle riunioni. Tra gli obiettivi di uno di loro c’era quello di partecipare a cinque riunioni per “le attività di direzione connesse alle politiche territoriali sovraregionali e nazionali” e a cinque incontri per predisporre una direttiva per limitare il consumo del suolo. C’è poi chi – per quattordici volte in un anno – ha dovuto “sottoporre all’approvazione della Giunta i singoli verbali delle sedute entro quattordici giorni dallo svolgimento delle riunioni”: non entro due giorni dall’incontro, ma entro due settimane. In molti casi si ottenevano punti se dopo gli incontri si redigevano bozze, verbali, relazioni e rapporti. Premi anche a chi è stato attento alle spese, o meglio a chi ha fatto qualcosa per “ottimizzare la capacità di impegno delle risorse assegnate in sede di bilancio vigente”, cautela che ogni civil servant dovrebbe avere.

“Dopo le buonuscite dei dirigenti in prepensionamento (per le quali è stato presentato un esposto alla Corte dei conti, ndr), il piano di rientro dal debito e i tagli, questo è un altro ambito su cui intervenire. Pensiamo si possano usare degli obiettivi slegati all’attività quotidiana dei dirigenti e connessi al rispetto dei tempi”, conclude la consigliera. Solo il 15 novembre scorso il governatore Sergio Chiamparino dichiarava al Quotidiano Nazionale che “la logica premiale è corretta, il problema è se viene estesa a tutti come salario aggiuntivo. La colpa, quindi, è di chi ha ‘spartito’ bonus a pioggia, indipendentemente dal merito”. Cosa farà adesso?

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