Clemente Mastella ci riprova con un nuovo partito: i Popolari del sud. Dopo le indiscrezioni circolate per settimane l’ex ministro della Giustizia ha presentato il suo movimento politico con il quale è pronto a partecipare alle elezioni regionali di maggio in Campania, a sostegno del candidato governatore di Fi, Stefano Caldoro, quindi all’interno del centrodestra. Nell’arco di un ventennio l’ex Guardasigilli ha messo la firma alla fondazione di cinque partiti. Infatti, attraversare la Seconda Repubblica seguendo le tracce di Mastella significa passare dal Ccd (Centro cristiano democratico) al Cdr (Cristiani democratici per la Repubblica), dall’Udr (Unione democratica per la Repubblica) all’Udeur (Unione dei democratici europei). Un continuo pellegrinaggio tra centro, destra e sinistra. E per finire l’ultima creatura, i Popolari del Sud. Perché oggi “si avverte l’esigenza di un partito territoriale che dialoghi con la gente e che rappresenti un punto di riferimento certo nella crisi dei partiti”.

Sabato a Benevento, nella sede del nuovo partito c’erano la moglie Sandra Lonardo, l’assessore regionale al Commercio e all’artigianato Vittorio Fucci, l’ex eurodeputato di Forza Italia Giuseppe Gargani, più una quindicina di sindaci del Sannio che lo seguono in ogni suo spostamento. Ci teneva un sacco, Mastella, a presentare il nuovo progetto politico. Per lui fare politica è tessere rapporti, costruire alleanze, allacciare nuove amicizie. E “mai stare fermi”. Non perdendo di vista la realtà locale: “Prima che ai mercati internazionali – ha giurato in più occasioni – io guardo alle realtà locali”.

Da Ceppoloni fino a Roma la carriera politica di Clemente Mastella accompagna le sorti della Prima e della Seconda Repubblica. Il battesimo della prima creatura, il Ccd, risale al collasso della Prima Repubblica, ed è un contenitore che traghetta gli ex democristiani verso la galassia di Silvio Berlusconi. Dura pochissimo, però, la liason con Pierferdinando Casini, anche lui fondatore del Ccd. Perché nell’aprile del 1998 Mastella si propone come socio-fondatore della nuova creatura di Francesco Cossiga, l’Udr, lo stesso che trascinerà, per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, un ex comunista come Massimo D’Alema a Palazzo Chigi. Nasce così l’Udr, “un soggetto politico autonomo, di centro, alternativo alla sinistra di governo e distinto e distante dalla destra”. Memorabile fu il suo racconto all’indomani della scissione dall’amico Casini: “Ho fatto una cosa incredibile: ho isolato Casini, ci uniremo al Cdu e ora quello che rimane è solo un piccolo striminzito Ccd”.

Dopo circa un anno il progetto iniziale si trasforma in Udeur (Unione democratici per l’Europa) che diventa una sorta di vagone per scontenti, sempre di matrice democristiana, nel lungo convoglio dell’Ulivo prima, e dell’Unione dopo. I voti raggranellati nelle regioni del sud consentiranno all’Udeur di essere l’ago della bilancio dell’ultimo governo di Romano Prodi. Il quale, anche in virtù dei numeri risicati in Parlamento, gli affiderà il ministero della Giustizia. Ma nel bel mezzo dell’esperienza da Guardasigilli Mastella viene travolto da un’inchiesta giudiziaria che porta alla sua uscita di scena e alla fine del governo Prodi. A questo punto quale strada gli rimane? Ritornare fra le braccia di Silvio Berlusconi, il quale lo premierà con un seggio a Strasburgo in quota Pdl. Ma con il centrodestra i rapporti non sono idilliaci. Dunque, matura l’idea di fondare un nuovo partito: i Popolari del sud. E chissà se l’ultima creatura di Clemente Mastella non serva a compiere l’ennesima piroetta della carriera. Di nuovo a sinistra?

Twitter: @GiuseppeFalci

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