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#JeSuisCharlie, riflessioni del giorno dopo

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Dalle prime notizie, difficili da comprendere, fino al dramma conclamato, la giornata di mercoledì è stata tra le peggiori degli ultimi anni, ma perché questo attentato è stato così forte nell’immaginario di tutti noi? Fin dalle prime ore migliaia, forse milioni, di cittadini del mondo si sono riversati sui social network per esprimere il proprio sgomento, la propria paura, il proprio dolore. Il motivo credo che sia da ricercare nel fatto che ad essere colpita sia stata la stampa, uno dei simboli più forti della cultura occidentale. La stampa non si tocca, questo è stato il grido uscito dalle piazze francesi ieri sera e dalle pagine dei social di tutto il mondo.

Quali saranno le conseguenze di tutto questo? Ancora si sa poco delle dinamiche che hanno portato all’attentato, ma si sa per certo che è di matrice islamica e questo non può essere tralasciato. Il rischio è che si esasperi il conflitto di civiltà in atto. Alcuni cavalcatori di tigri, professionisti della speculazione sul “diverso” hanno già cominciato la propria campagna, ma la bestia che ora cavalcano li disarcionerà perché la tigre della rabbia e dell’odio non si lascia domare. Questi signori (e una signora in particolare) dovrebbero stare attenti e rileggere la storia, perché per qualche voto in più rischiano di portare alla rovina se stessi e i loro rispettivi paesi.

Il vero pericolo però si cela in ognuno di noi, in come reagiremo quando nel nostro comune si vorrà costruire una moschea, o semplicemente quando incontreremo dei cittadini mussulmani al mercato, per strada. I sentimenti di diffidenza e paura sono naturali e non possiamo annullarli per magia o bandirli come semplice razzismo.

Certo, l’equazione mussulmano = terrorista è come dire italiano = mafioso, sappiamo tutti che i mafiosi sono lo 0,0000..% della popolazione italiana ma a livello irrazionale la paura di un attacco c’è e rimane. La soluzione non è semplice, ma si può ritrovare proprio nella gente che scende in piazza sotto la scritta “not afraid”. Questa deve essere la risposta dell’Occidente, i propri valori. In questi giorni leggiamo e rileggiamo i primi 12 articoli della nostra Costituzione, per scoprire chi siamo e da dove veniamo, per rimanere noi stessi, per essere diversi e ritrovare lo spirito culturale europeo, faro di pace e speranza per tutto il mondo. Riunirci li sotto quel faro, ci renderà più sicuro il cammino e molto meno fragile il futuro.

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