L’Europa trova l’intesa sul bilancio Ue 2014 e 2015, mentre va avanti sul Piano Juncker. La Task force Bei-Commissione-Stati membri ha raccolto infatti una lista di circa 2mila progetti per un valore complessivo di oltre 1.300 miliardi, a fronte dei 315 previsti dal Piano, che dovrà cominciare a selezionare entro metà 2015. La sola Italia ne ha segnalati una novantina per un valore di circa 87 miliardi. Intanto l’accordo sul bilancio Ue siglato “grazie alla presidenza italiana” permette, ha dichiarato il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan che ha guidato i lavori, “di pagare le bollette arretrate, salvaguardare i bilanci dei Paesi membri e trovare risorse per il rilancio della crescita”. Il compromesso trovato prevede infatti un aumento – anche se più contenuto di quello chiesto inizialmente da Commissione e Europarlamento – dei pagamenti sia per il 2014, coprendo così in parte il buco delle fatture arretrate più urgenti (con 3,2 miliardi), sia per il 2015 (pagamenti stabiliti a 141,2 miliardi), mettendo un po’ più di risorse per ricerca, innovazione ed educazione. Con l’intesa si sbloccano anche gli aiuti Ue per i Paesi colpiti da catastrofi naturali, tra cui i 16,3 milioni per l’alluvione in Sardegna. Questo dimostra, ha detto Padoan, che “è possibile trovare soluzioni europee anche nei casi che sembrano disperati”.

Non sarà un processo facile nemmeno la selezione dei progetti che beneficeranno dell’intervento del nuovo fondo per gli investimenti del Piano Juncker. Oltre a quelli dell’Italia, solo tra i grandi la Francia ne ha segnalati 32 per 48 miliardi, la Germania 58 per 89 miliardi, mentre ammontano a circa 60 miliardi quelli presentati dalla Spagna e oltre 62 quelli della Gran Bretagna. Si tratta però di una lista del tutto indicativa. La certezza è una sola: esservi menzionati non vuol dire nulla, perché non è ancora stata sottoposta a screening. E anche quella che verrà presentata a giugno sarà “dinamica”: progetti dentro o fuori in base all’evoluzione della loro fattibilità. A valutarli sarà un comitato ad hoc composto da professionisti esterni e criteri e metodologia di lavoro saranno quelli della Bei. “Nessuna quota per Paese né per settore”, hanno quindi avvertito gli esperti. A sperare di essere tra gli eletti, tra i tanti per l’Italia ci sono i porti di Genova e Venezia, il nodo di Palermo, ma anche la Salerno-Reggio Calabria, il Terzo Valico, la Torino-Lione, il Piano Scuola, la banda larga e le interconnessioni elettriche.

Articolo Precedente

Ferrovie dello Stato, privatizzazione slitta alla prima metà del 2016

next
Articolo Successivo

Amazon, imposta importazioni non pagata. San Marino sequestra merci

next