Il giornalista Robert Bridge, autore del testo Midnight in the American Empire, qualche tempo fa si interrogava sulla perdita di 420 milioni di dollari di equipaggiamenti nell’anno 2013 da parte dei soldati americani in Afghanistan. Si parla di 156.000 pezzi. Un probabile colpevole nel grande furto di armi pare risulti proprio Isis. In diverse immagini riportate dalle varie agenzie internazionali si può notare come i ribelli dell’Isis stiano usando un numero significativo di armi americane. L’Isis usa sicuramente i fucili americani M16A4. Le altre armi hanno provenienze diverse soprattutto pistole e fucili di fabbricazione cinese ed ex sovietica. Tra l’equipaggiamento sottratto dall’Isis agli americani bisogna includere anche un certo numero di veicoli Humvees che l’Isis ha ripetutamente usato negli attacchi suicidi.

Intanto le operazioni militari americane contro l’Isis sono costate circa 500 milioni di dollari da metà giugno fino a settembre 2014, e gli Usa stanno spendendo oltre 7.5 milioni di dollari al giorno in questo conflitto, secondo i calcoli del Pentagono. Le testimonianze di capi combattenti dell’Isis sono risultate utili per capire che gli stessi miliziani sono diventati esperti nel rifornirsi di armi strappate ai governi locali. Acquistano da altre formazioni anti-governative armate da donatori stranieri, fanno incetta sui campi di battaglia strappandole ai nemici vinti, fanno affari con agenti corrotti delle forze di sicurezza. Il risultato è che il 20% delle cartucce rinvenute sono made in Usa.

Il Pentagono nel corso degli ultimi dieci anni ha inviato alle forze afghane 747mila pezzi tra armi da fuoco e relativi accessori. Traccia di ogni movimento di queste armi dovrebbe essere contenuta nei due sistemi impiegati dall’esercito afghano per mantenere aggiornato l’inventario. Sui 474.823 numeri di serie registrati nel database dei sistemi informativi, 203.888, circa il 43 per cento, sono mancanti o risultano duplicati.

Gli ispettori del Sigar hanno inoltre scoperto che 24.520 numeri di serie sarebbero stati duplicati almeno una volta, mentre per altri 50.304 numeri di serie non risultano le date di spedizione o di consegna. Non finisce qui perché l’estendersi del conflitto contro Isis potrebbe coinvolgere diverse aziende nella produzione di nuovi armamenti che potrebbero finire in mani sbagliate. Si suppone che tra le aziende beneficiarie ci sia la Aero Vironment che produce velivoli telecomandati abbastanza piccoli da essere lanciati a mano – compreso il Nano Hummingbird, la Lockheed Martin produttrice del missile Hellfire, arma di precisione che può essere lanciata da diverse piattaforme, inclusi i droni Predator. Ma anche la Raytheon che produce i Tomahawk, missili a lunga gittata lanciati dal mare, e infine la General Dynamics anch’essa operante nel settore degli armamenti.

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