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Cosimo Pagnani, Maria è morta in mezzo a un coro di ‘mi piace’

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Quella scritta sul muro virtuale di facebook è piaciuta. E’ piaciuta a centinaia di  persone, uomini e donne che hanno messo un like a: “Sei morta troia.

salerno 675

Nel mondo reale si era appena concluso il 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza alle donne e Maria D’Antonio moriva a trentadue anni per aver osato entrare in conflitto con l’ex marito.  La sua morte è stata accompagnata da un collettivo gradimento con un orribile botta e risposta tra realtà e virtualità.

Le tecnologie ci illudono di essere più evoluti e civili ma si rivelano, spesso, strumenti sofisticati con i quali esprimiamo antiche inciviltà o sentimenti immondi. Irridiamo alla morte e incitiamo alla violenza sul web come se fosse un grande videogioco perché siamo convinti che la tastiera sia innocua e che non sia un’arma.

L’assassino un’arma l’ha impugnata davvero perché come altri uomini che lo hanno preceduto non ha tollerato la separazione della moglie e i sentimenti di abbandono e solitudine.

Ha ucciso perché non pensava che una donna possa scegliere, possa dire di no, possa sottrarsi alla relazione, possa opporsi al volere e alle aspettative altrui.

Antonella Picchio, il 25 novembre al convegno di D.i.Re , commentava che la disparità tra uomini e donne è alimentata dal sogno maschile che vuole le donne onnipotenti e infinitamente sacrificabili. Un sogno antico e contemporaneo che genera l’aspettativa che la donna resti inchiodata al ruolo di madre che accoglie, cede, rinuncia in nome dell’amore. Se rifiuta di negare se stessa e cerca il proprio piacere e la propria felicità allora è troia, mignotta,  puttana. Sono i soliti insulti e le denigrazioni di sempre, parole che accompagnano quotidiane violenze contro le donne, dentro e fuori le pareti domestiche, sui media e sul web.

Quelle centinaia di utenti facebook che hanno cliccato “mi piace”  non conoscevano le reali intenzioni di quell’uomo ma ne condividevano il sogno che esige l’infinito sacrificio del femminile. Nella cultura del femmicidio le donne hanno il dovere di aderire al sogno e gli uomini hanno il diritto di accarezzarlo e le “troie” che non si adeguano devono essere  punite. Per questo Maria è morta in mezzo a un coro di “mi piace”  per la sua legittima e bella ricerca della felicità.

@Nadiesdaa

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