E’ bello pensare che qualcuno abbia detto la frase “qui è meglio di come lo sognavo”. E’ confortante, è una carezza all’anima. Se poi a parlare è una donna astronauta dallo spazio, allora tutto diventa ancora più appagante. Perché, malgrado tutti facciano a gara per farci smettere di sognare nei (e per i) posti di lavoro, c’è chi il suo percorso di crescita personale e professionale lo ha tracciato come un solco nella cresta terreste, e niente e nessuno gli hanno fatto cambiare rotta. Samantha Cristoforetti mi piace immaginarla. Mi piace immaginarla una donna forte, determinata, che ha sconfitto i malvezzi più diffusi e i nemici che magari volevano farle le scarpe. Mi piace immaginarla appagata e in pieno fervore intellettuale, che non si ferma un attimo, e gentile, e preparata fino al midollo. Mi piace pensare che esista una donna così adesso nella stazione spaziale. Che fa salire l’asticella delle speranze di tutti noi. E che dalla sua posta elettronica partono messaggi di risposta automatica, a chi le scrive, che dicono: “Sono fuori dal pianeta per un po’ e tornerò nel maggio 2015”.

E’ astronauta dell’Esa, e per sei mesi sarà in completa assenza di gravità, farà circa duecento esperimenti, e con lei sono a bordo anche Terry Virts e Anton Shkaplerov. Sono andata a guardare il sito ufficiale di astronauti-news e il suo personale e a parte le foto bellissime, c’è anche il resoconto della sua preparazione prima di partire, gli esami Soyuz, l’imbarco per Baikonur, le prove con le tute spaziali nell’astronave. Mette molta energia tutto questo. E seguirò con attenzione ogni messaggio che invierà sulla Terra. I libri che si porta sono: Palomar di Calvino, Pilote de Guerre di De-Saint-Exupéry e ha preparato lei stessa dei libricini molto piccoli con poesie e testi filosofici. Il logo della missione è il simbolo di Futura, disegnato da Valerio Papeti, 31 anni, di Torino, è il Sole che brilla nell’alba, fra la Terra azzurra e tante stelle bianche, con la Stazione Spaziale che sfreccia. Valerio ha una laurea presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Si interessa di astronomia, scienza e arte, e li unisce nel suo lavoro artistico. Anche il nome per la missione, Futura, è stato scelto dopo un concorso di idee lanciato proprio in l’Italia. Samantha ha chiesto di pensare a un nome della missione e ha suggerito una serie di parole ispiratrici: la ricerca, la scoperta, la scienza, la tecnologia, l’esplorazione, meraviglia, avventura, viaggi, l’eccellenza, il lavoro di squadra, l’umanità, l’entusiasmo, i sogni e la nutrizione. Da qui è nato il nome.

Poi è stato aggiunto 42. Perché 42? Perché 42 è risposta che il supercomputer elabora dopo che è stato immesso il quesito “qual è il senso della vita”, in “Guida galattica per gli autostoppisti” di Douglas Adams. Ricordo una volta che avevo creato una trasmissione per “Radio popolare”, era il 2002, l’avevamo chiamata “42, la scienza in cerca di domande”, io conducevo in studio e come ospiti arrivavano i più svariati scienziati, fisici, matematici, chimici per dare le risposte alle domande degli ascoltatori da casa, che erano le vere protagoniste di ogni puntata. Questo 42 negli ascoltatori era diventato un tormentone, e avevamo diffuso nel nostro piccolo una cosa che per molti scienziati rappresenta una cosa immensa: questo romanzo è tra i pochi che nel settore viene spesso citato come riferimento, e con lui tutte le trovate scientifiche che ci sono dentro. Una specie di bibbia della divulgazione scientifica per gusti sopraffini. E mi piace tantissimo che questo numero venga rilanciato ancora e ancora e ancora. Sui dettagli di cosa farà Samantha c’è un altro sito di riferimento e tra le cose mi hanno colpito c’è lo studio del sonno in condizioni di microgravità. L’idea è quella di portare eventuali risultati ottenuti anche a Terra, così come per le analisi sui muscoli e le ossa. Ma quello che più mi incuriosisce è il rapporto in un ambiente così ridotto tra i tre componenti dell’equipaggio. Ognuno ha un compito, ognuno una missione, e le interazioni tra di loro rientrano anche quelle in schemi prefissati. Non vedo l’ora di leggere i loro primi resoconti, aspetterò con gioia i loro racconti. Intanto, non posso fare altro che immaginarmeli. E farmi abbracciare dalla felicità di una donna che ha avverato il suo sogno. Buon 42 a tutti.

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