L’affluenza più bassa dal dopoguerra e per la prima volta la lista del centrosinistra arriva sotto il 50 per cento. Il colpo peggiore per il Partito democratico, il giorno dopo le elezioni regionali, è in Emilia Romagna. L’autocritica è interna al partito e la regione rossa si trova a fare i conti con i postumi di campagne poco condivise e scandali che hanno travolto giunte e rappresentanti politici. Rispetto alle elezioni Europee di maggio scorso, il Pd perde 677.283 voti. Era un’altra competizione, una dinamica diversa, ma resta la consultazione elettorale più vicina nel tempo e il metro di paragone più credibile. “Ai tempi del liceo”, ha detto l’ex premier Romano Prodi, “il mio professore di filosofia, quando qualcuno di noi si esibiva in una interrogazione insufficiente, accampando a volte scuse, usava rispondergli amabilmente con queste parole: ‘Mio caro, come ti fai il letto così dormì. Certo l’insonnia può avere cause più complesse ma la frase, pur nella sua incompletezza, mi sembra particolarmente adatta alle circostanze”. Il messaggio è chiaro anche per lui: raccogli quello che semini e i democratici in Emilia hanno seminato male. “I miei auguri a Stefano Bonaccini”, ha aggiunto, “percorra con decisione la strada della innovazione e della solidarietà. Sono certo che se si andrà in questa direzione, senza incertezza, tornerà l’impegno costruttivo di tanti e in tanti torneranno ad aiutarlo con l’entusiasmo che la gente della nostra Regione ha sempre dimostrato”.

Il candidato sconfitto alle primarie Pd Roberto Balzani va oltre: “Una lezione durissima. Gli emiliano-romagnoli, di questa classe politica, quella passata e quella presente, quella dei condannati-indagati e quella dei giovani leoni ‘ripulitì o delle improbabili comparse, non vogliono saperne e lo dicono con chiarezza. Al punto da disertare il voto in una percentuale enorme, superiore a quella della Calabria”. Per l’ex sindaco di Forlì, insomma, “il messaggio è fortissimo: dateci discontinuità vera”.

Si unisce al coro delle critiche anche la vicepresidente Pd Sandra Zampa: “Per le sue dimensioni il fenomeno dell’astensione è estremamente grave. Esso consegna al Pd e a tutti coloro che hanno a cuore i destini della democrazia un problema da affrontare con urgenza e verità”. “Toccherà anche al nuovo presidente della regione, Stefano Bonaccini, al quale va il mio più affettuoso augurio di buon lavoro, mettersi all’opera per questo – prosegue Zampa – Bonaccini dovrà recuperare la fiducia dei cittadini emiliano romagnoli e lavorare per restituire alla Regione l’autorevolezza e la credibilità persa”. “Ma, soprattutto e subito, nel Pd si deve aprire una vera riflessione per comprendere tutte le ragioni di una situazione inedita per l’Emilia Romagna – conclude Zampa – il popolo democratico ha certamente rivolto un messaggio alla classe dirigente del partito. Non possiamo ignorarlo se abbiamo a cuore la democrazia, primo e superiore bene”.

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