Dal couchsurfing al bedsurfing. È la trovata di Ju Peng, ragazza di 19 anni cinese con una gran voglia di viaggiare comodo ma con le tasche vuote. Ha pensato bene di abbandonare il tradizionale “divano” offerto dai ragazzi di tutto il mondo ai viaggiatori squattrinati e di infilarsi direttamente nel loro letto. Negli scorsi giorni ha pubblicato un annuncio su Weibo.com, sito a metà tra Twitter e Facebook e uno dei più famosi in Cina, in cui si dichiara intenzionata a visitare la parte occidentale del suo Paese e che, in mancanza di fondi per quello che è un suo sogno da sempre, è in cerca di fidanzati temporanei che la ospitino, che le organizzino il soggiorno, che le facciano da guida, che le offrano dei regali. In cambio lei li riempirà di attenzioni e farà del buon sesso con loro. Insomma, sesso in cambio di ospitalità.

 L’iniziativa non è passata inosservata. Anzi, in poco meno di un’ora, il post è stata condiviso e ripreso dai giornali non solo in Cina ma nel resto del mondo, scatenando un’accesa discussione e aspre critiche, tra commenti di disprezzo ma anche di stima. “Se avesse chiesto del denaro in cambio di un posto dove dormire, avremmo saputo come chiamarla” commenta una delle utenti di Weibo.com a chi, entusiasta, si dice pronta a imitarla, definendola un simbolo di emancipazione perché usa i pochi mezzi a sua disposizione per realizzare il suo sogno, inneggiando al bedsurfing come dimostrazione di libertà sessuale.

Ju Peng ha già viaggiato con lo stesso metodo. “Visitare i Paesi che non conosco è mio sogno – spiega, giustificando così la sua scelta – la mia è una proposta innocente e low cost”. Ju Peng ha le idee chiare di come deve essere il suo “ospite”: alto più di un metro e 75, affascinante e con un’ottima posizione sociale. Insomma, non si concederà a chicchessia, ci sarà una selezione tra i fidanzati candidati. “Non è niente di cui io mi debba vergognare. Lo considero solo un altro modo di fare l’autostop” ha ribadito. I maschietti hanno salutato l’iniziativa con entusiasmo – almeno, quelli con le caratteristiche richieste – riempiendo il suo blog di commenti a pioggia, seguiti da numeri di cellulari e contatti Whatsapp. E non solo dalla Cina.

In Italia è già nata una pagina su Facebook per sostenerla con decine di aspiranti fidanzati che la invitano a visitare il bel Paese e si dicono pronti a conoscerla. In rete si diffonde la voce – con tanto di fonti di varia natura – che sia una montatura, che i commissari dell’Ufficio statale cinese per le informazioni su Internet, per nulla compiaciuti del comportamento della loro concittadina, abbiano indagato scoprendo che il viaggio di Ju Peng sarebbe in realtà una trovata per lanciare una nuova app di Youjia, un sito di incontri che altro non è se non la versione cinese dell’occidentale Tinder, applicazione per appuntamenti online che conta già trenta milioni di utenti. Ma la notizia non è stata confermata né smentita. Poco importa se Ju Peng esista o meno, la moda del bedsurfing è scattata e la discussione su cosa possa fare una ragazza col suo corpo resta aperta.

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