Non solo le regioni, anche i comuni contro il presidente del Consiglio sui tagli previsti nella legge di stabilità. “La manovra pesa sui Comuni non per 1,2 miliardi, come è stato detto finora, ma per 3,7 miliardi“. La denuncia è di Piero Fassino, presidente dell’Anci, poco prima dell’incontro con il governo: “Chiediamo una forte correzione alla manovra. Senza gli interventi moltissime città non potranno rispettare la legge di stabilità e dovranno dichiarare il dissesto finanziario. Sul tema ci confronteremo con il Consiglio dei Ministri e con tutti i gruppi parlamentari e metteremo in atto tutte le iniziative possibili per cambiare lo stato delle cose”. 

Ma Matteo Renzi al tavolo con la delegazione Anci ha fatto sapere di non essere pronto a fare passi indietro: “Ci confrontiamo nel merito. Noi vogliamo mantenere questi saldi, su questo non si discute, se avete controproposte entro questo perimetro pronti a discuterne. Vogliamo fare le riforme anche per cercare di cambiare le regole del gioco in Europa. Abbiamo cominciato ad aggredire la spesa centrale, e presto sarà online ogni singolo centesimo di spesa dei ministeri”. E poi ha aggiunto: “Chiarezza sul metodo: in prospettiva ci sarà una local tax al posto della miriade di tasse e tributi ma bisogna fare chiarezza sulle partecipate. Alle autonomie locali chiediamo un contributo, diverso fra Comuni e Province. Non accettiamo che ci sia l’idea che la Provincia rimanga ad essere un soggetto con tutte le titolarità e i soldi del passato. Va indebolito il peso politico delle province a vantaggio del ruolo dei sindaci nel rapporto con le regioni”.

Secondo Fassino i tagli previsti però impediscono agli enti locali di erogare i servizi fondamentali: “Se l’architettura istituzionale, così come la si sta ripensando, vuole davvero mettere al centro i Comuni, non si può poi seguire la logica contraria non mettendo i Comuni stessi in condizione di erogare i servizi fondamentali. Abbiamo una seria preoccupazione sull’impatto della manovra che è molto superiore al 1,2 miliardi: vanno aggiunti 300 milioni che derivano da provvedimenti 2013 e 2014. La manovra poi prevede l’istituzione di un fondo per i crediti di difficile esigibilità che significa ridurre le risorse per la spesa. Il contributo chiesto ai comuni è un onere che apre problemi di sostenibilità”.

La delegazione dei sindaci ricevuta a Palazzo Chigi era guidata proprio da Piero Fassino: insieme a lui anche il vicepresidente Alessandro Cattaneo, il sindaco di Roma Ignazio Marino, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il sindaco di Catania Enzo Bianco, il sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli, il sindaco di Varese Attilio Fontana, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci e il sindaco di Vicenza, Achille Variati. Al termine dell’incontro si è deciso di rivedersi nei prossimi giorni per risolvere le questioni più importanti: “Viste le notevoli divergenze di calcolo”, ha commento il sottosegretario alla presidenze del Consiglio Graziano Delrio, “si è deciso in tempi rapidissimi un tavolo tecnico di approfondimento, pienamente operativo, e un nuovo incontro all’inizio della prossima settimana di tipo tecnico e politico per approfondimenti”.

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