Rodrigo Rato, ex direttore del Fondo monetario internazionale si è autosospeso dalla militanza del Partito Popolare spagnolo dopo il coinvolgimento nell’inchiesta del collasso dell’istituto di credito iberico Bankia. L’accusa è di presunta appropriazione indebita di denaro e di evasione fiscale per le cosiddette carte di credito d’oro. Insieme a Rato sono coinvolti 82 consiglieri, dirigenti, e il presidente di Caja Madrid Miguel Blesa accusati di aver prelevato ingenti quantitativi di denaro destinati a spese personali senza dichiararle al Fisco come completamento retributivo. Nell’indagine, condotta dal giudice Fernando Andreu dell’Audiencia Nacional, gli indagati sono accusati di aver speso almeno 15,5 milioni di euro fra il 2003 e il 2012. Rato si dimise dall’incarico da presidente di Bankia nel maggio del 2012 e il gruppo bancario venne salvato dal governo spagnolo. Proprio per l’intervento dello Stato, lo scandalo suscitò un’ondata di indignazione in Spagna contro la passata gestione della banca nazionalizzata. 

Rato, inoltre, a gennaio 2013, venne riabilitato nel mondo della Finanza entrando come consigliere nella compagnia di telecomunicazioni Telefonica. In questi giorni Rato ha chiesto la sospensione “fino a che non saranno chiariti tutti i fatti” come riportato in una lettera inviata alla segretaria generale del PP, Maria Dolores de Cospedal. Rato è considerato uno dei politici di maggiore prestigio del partito e l’ex direttore del Fmi ha tempo fino a domani per presentare una cauzione di 3 milioni di euro per responsabilità civili impostagli dal magistrato. Al suo predecessore alla presidenza di Caja Madrid, Miguel Blesa, è stato chiesto di depositare 16 milioni di euro di cauzione entro lo stesso termine. 

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