A quasi cinque anni dalla presentazione del primo modello della linea, il 1° giugno 2014 DS è diventato un marchio a sé, affrancandosi dalla status di “sotto marchio” della Citroën. In effetti, a un brand che vuole offrire prodotti di prestigio, sportivi ed eleganti, andava un po’ stretto stare sotto il cappello del marchio più accessibile del gruppo PSA. E infatti, quanto il manager Carlos Tavares ha preso le redini del malandato gruppo francese ha accelerato una scissione che in Cina stava già avvenendo. Non è un caso che il vice presidente vendite e marketing di DS, il francese Arnaud Ribault, abbia trascorso gli ultimi due anni lavorando per il marchio proprio a Shanghai. “Ora con la DS vogliamo seguire le orme dell’Audi”, va dritto al punto Ribault durante un’intervista al Salone di Parigi, nello stand tutto nero e vellutato del marchio (nella foto sotto). “Abbiamo un piano d’azione per arricchire sempre di più gli equipaggiamenti e piazzarci nella loro fascia di prezzo”. Il percorso sarà lungo, ma è fattibile, spiega Ribault: “Negli anni 80 l’Audi era un marchio popolare, poi è cresciuto fino a diventare quello che è oggi. Ci vorranno 10 o 20 anni, ma abbiamo già 5 anni di storia alle spalle e 150.000 vetture vendute nel mondo”.

La parola d’ordine, in DS, è internazionalizzazione: “Oggi vendiamo il 16% delle DS in Cina, vogliamo che siano il 50% nel giro di due o tre anni”, racconta Ribault. “Puntiamo prima di tutto alle grandi aree metropolitane: apriremo almeno un DS Store in ciascuna delle 200 maggiori città del mondo”. Tutto il mondo, escluso solo in Nordamerica. Grandi negozi lussuosi, posizionati strategicamente nelle zone dello shopping che, oltre a mostrare le macchine, diano ai clienti l’impressione di entrare in un mondo esclusivo, tutto all’insegna del “lusso alla francese”, come piace dire i manager DS. Per farsi un’idea della cura con cui i francesi stanno affrontando il progetto, basti pensare che i DS Store avranno arredamento, luci, musica caratteristici, e persino un profumo d’ambiente specifico. Proprio come certe boutique.

Questa, la confezione; ma dentro al pacchetto, che cosa ci sarà? Secondo il piano “Back to the race” presentato la scorsa primavera, il marchio DS sarà l’unico del gruppo ad accrescere la sua gamma, passando dagli attuali tre modelli a sei, che però saranno “globali”, cioè venduti su tutti i mercati mondiali. “Per pianificare il nostro piano prodotti, abbiamo analizzato i bisogni del mercato del lusso, e abbiamo scoperto che i profitti si fanno con le berline a tre volumi e le Suv. Dunque, faremo berline tre volumi e Suv”, dice Arnauld Ribault, alludendo con “tre volumi” alle auto con la “coda”, poco apprezzate in Europa, specialmente nei segmenti medio-piccoli, ma che riscuotono successo nel resto del mondo. Quando gli si chiede del destino della DS3 (che la coda non ce l’ha), Ribault risponde che “ogni modello è un mattone essenziale per costruzione del marchio. La DS3 com’è ora resterà ancora parecchio, ma quando sarà ora di sostituirla potremmo pensare, per esempio, a una Suv DS3”. E ancora: “I nostri modelli evolveranno nel tempo. Potrete stare certi che non avremo una DS5 generazione uno, generazione due, generazione tre”.

In attesa della nuova ondata di prodotti, attesa non prima del 2017, la DS ha introdotto in Italia la versione aggiornata della DS3, che ora propone anche, come optional, i fari allo xeno full led, con tre fasci a led per gli anabbaglianti e uno allo xeno per i fari di profondità (nella foto qui sopra). Dovrebbero consumare di meno (-35% per i led) e durare molto di più (fino a 20 volte in più) rispetto alle lampade alogene, oltre a offrire un’illuminazione più potente. Molto particolare l‘indicatore di direzione “a scorrimento”: al posto di lampeggiare, la luce arancione scorre sul bordo del faro. Con l’occasione di questo leggero facelift, è stata aggiornata anche la gamma motori (con alcuni Euro 6) ed introdotta la tecnologia Active City Brake, che frena automaticamente in caso si rischi un tamponamento a bassa velocità. Al Salone di Parigi, invece, era esposta la Divine DS (nella foto in cima alla pagina), la concept car tutta materiali pregiati e finiture di lusso (cristalli e ricami fatti a mano, per intenderci) che è stata concepita come “manifesto di stile” del marchio.

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