“Stop ai veti, tutti i maggiori partiti facciano un passo indietro, servono nomi su cui tutti possano convergere e oltre a Pd, Forza Italia, io credo vada coinvolto un terzo partito: il M5S“. Così il vicepresidente della Camera dei deputati, Roberto Giachetti (Pd), ai microfoni de ilfattoquotidiano.it. “Francamente non possiamo permetterci un’altra votazione, il 18mo scrutinio, con un fallimento. Lo dico anche per i candidati che ormai da troppo tempo sono esposti a una situazione che non è accettabile”. Giachetti precisa che parla soprattutto in veste di vicepresidente della Camera e chiama in causa anche il suo partito: “La politica in generale e il Pd dovrebbero farsi carico di riavvolgere il nastro. Dobbiamo prendere atto che si deve avviare una riflessione con il terzo partito, il M5S, per trovare un candidato effettivamente capace di superare i problemi che esistono. Il Parlamento non sia umiliato. Il Pd riavvolga il nastro, è quello che ha più deputati e senatori, e avvii una concreta consultazione con Forza Italia e Movimento 5 stelle per fare in modo che, fuori dai veti, si riescano ad individuare candidature capaci di superare quelle attuali. Violante è distante circa 70 voti dal quorum per essere nominato“. Coinvolgere il Movimento 5 Stelle, dunque? “Non è solo un problema di quorum. Il M5S ha posto dei veti su Violante che io non condivido, ma obiettivamente per la configurazione che c’è in Parlamento è quasi un obbligo istituzionale raggiungere un accordo”. E ancora: “Il Partito democratico, con i suoi capigruppo, Zanda e Speranza, deve prendere questa iniziativa e aprire il dialogo. Ci troviamo in una situazione simile a quella dell’elezione del Presidente della Repubblica – afferma Giachetti – e siamo dovuti ricorrere ad una soluzione che sicuramente non era gradita a chi oggi ricopre quel ruolo”. E sulla proposta dei 5Stelle del nome di Franco Modugno risponde: “Il problema non è questione di nomi, ma di metodo. Segnalo che quando noi eleggemmo Luigi Di Maio a vicepresidente della Camera, lo eleggemmo perché ci una scelta politica di dare noi come maggioranza i voti a Di Maio per essere eletto, altrimenti poteva essere eletto un altro vicepresidente di un altro partito. Lì fu fatta una scelta politica. Noi dobbiamo fare un passo avanti con il M5S, ma il M5S – conclude – deve essere più disponibile a concordare un nome e non a porre un veto o imporre il suo nome”. Sarebbe una bella pagina per la politica se riuscissimo a trovare un accordo su candidati nuovi. Non possiamo permetterci un 18esimo scrutinio con un nuovo fallimento”  (ascolta l’intervista integrale) di Manolo Lanaro e David Perluigi

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