Oggi ormai non c’è più limite alla volgarità delle marche, non essendoci più agenzie capaci di contrastare la loro naturale arroganza. Al massimo ci sono pubblicitari pronti a fare quello che vuole il cliente o, pur di mantenere il budget, a sedurlo con facili trovatine che servono solo a solleticare il suo narcisismo. Come in questo caso.

Quale messaggio comunica veramente questo spot? Forse: “Se volete la versione Suv della povera cara 500, noi siamo costretti a stravolgere la macchina però voi siete dei drogati“. Oppure vuole farci intendere che ci vorrebbe giusto il Viagra per salvare il Made in Italy ormai ammosciato. Un rigurgito di celodurismo nazionale?

Roberto Giolito, capo del design Fiat, spiega che: “Si tratta di una vettura con un linguaggio stilistico proprio”. E allora perché non fare uno spot incentrato sulla novità e rivelare solo alla fine che deriva dalla 500? Troppa fatica per l’agenzia che ha preferito dipingere l’Italia come un Paese di settantenni rincoglioniti che vanno avanti ormai solo a pasticche.

Intendiamoci, non mi riferivo alla pillola blu quando parlavo di “volgarità”. Mi riferivo alla stupidità delle idee che girano in pubblicità da diversi anni a questa parte. L’unica cosa bella di questo spot è Pitigliano, maremma maiala.

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