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De Magistris, il richiamo della ‘bandana’ e la tenuta democratica

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Ma il caro De Magistris cosa vuole comunicare? La propria innocenza? E’ esercizio, questo della innocenza, che fanno tutti e tutte. Nemmeno un mese or sono Giulia Adamo, sindaco di Marsala, lasciò la guida del Comune con dichiarazioni più eleganti di quelle del suo collega napoletano ma, in buona sostanza, uguali in merito alla propria estraneità nel reato contestato (che per lei era concussione).

In realtà la trappola, se di trappola si tratta, è stata ben orchestrata. Il difensore della legalità si trova ad applicare questo fumoso ed estemporaneo concetto a se stesso. E scopre, d’ improvviso, che se disgiunto da quello molto più nobile di giustizia, è concetto degno solo di retorica populista di cui lui stesso era adepto e pastore. Come dire che in questi anni ha contribuito a segare il ramo sui cui era seduto.

E’ talmente evidente la banale contraddizione in cui si trova l’ex sindaco da non meritare una riga in più.

Poi ci sono gli esegeti autentici di ogni sentenza da loro non ben digerita. I cantori della supremazia morale della magistratura sul resto del mondo che, per non sapere né leggere né scrivere, finiscono con il dipingere non uno o due giudici ma interi settori di tale istituzione come componenti di gang in lotta per il territorio, per il potere, per la vita.

Sarà vero? Non lo so. Ho maturato da tempo la convinzione che, essendo la magistratura composta da esseri umani, gli errori sono frequenti, e solo un sistema di nuove regolamentazioni li può ridurre. E non sarebbe cattiva cosa, se invece di abbandonarsi al complottismo più estremo, lo stesso De Magistris avviasse una riflessione su ciò che è capitato a lui e che, quindi, potrebbe capitare anche ad altri contribuendo a migliorarne la tenuta democratica.

Non lo farà. Il richiamo della bandana in una immaginifica foresta di leggi e cavilli, eccezioni e dilazioni tentano anche il più puro dei puri. E quindi se Parigi val bene una messa, Napoli varrà bene una prescrizione. Sempre di liturgie si tratta, non di nozze e fichi secchi.

Condita, la prescrizione, con la denuncia dell’immancabile regime, le cose, forse, torneranno tutte al loro posto.

La legalità e la giustizia ringraziano sentitamente.

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