“Non sono uomo da salotti, faccio l’industriale da 40 e rotti anni e continuo a fare il mio mestiere”. Marco Tronchetti Provera è netto rispetto all’etichetta affibbiata dal premier ai frequentatori del Forum Ambrosetti di Cernobbio. E in quanto “industriale”, l’ex presidente di Telecom chiede al governo riforme che siano più vicine alle fabbriche mentre la richiesta all’intero sistema è di seppellire l’ascia di guerra. “Il nostro Paese ha passato tanti anni di conflitti politici che non hanno portato a nulla”, spiega. Ma la colpa è tutta della politica e dei sindacati o anche agli imprenditori avrebbero potuto fare di più? “Il Paese non è riuscito a sedersi a un tavolo e a costruire il futuro e in questi venti anni ha perso competitività. Ognuno dà la colpa all’altro, diciamo che la colpa è di tutti, però adesso cerchiamo di non distruggere anche quel poco che si cerca di costruire”, risponde. E poi rilancia: “E’ arrivato il momento che anche chi in passato non ha portato dei risultati cerchi di non contribuire a distruggere questa opportunità. Non c’è più tempo e vedo troppe polemiche, troppe vecchie facce che continuano a criticare su argomenti che non hanno mai risolto”. In pratica? “Basta continuare a cercare il punto di conflitto: io faccio l’industriale, il mio dovere è portare dei risultati, il dovere di tutti gli esponenti del sistema è di contribuire al recupero di competitività del Paese” di Franz Baraggino e Gaia Scacciavillani

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