Affittare un’auto ad idrogeno: a Bolzano si può. Dalla fine di agosto, l’Istituto per Innovazioni Tecnologiche di Bolzano, insieme alle Autostrade del Brennero, mettono a disposizione dieci Hyundai ix35 Fuel Cell, che potranno essere affittate anche dai privati a un canone mensile di 870 euro. Per i privati sono disponibili solo due vetture, noleggiabili per un periodo massimo di tre mesi, mentre il resto della flotta è destinata a ditte a aziende, che spendendo da 1.100 a 1.800 euro al mese per sponsorizzare l’iniziativa e personalizzare le vetture con i loro loghi. 

Un piccolo esperimento, per ora, ma che dimostra che muoversi in auto senza inquinare è possibile. E questa volta sono “emissioni zero” per davvero: al distributore di Bolzano si può comprare soltanto quello che l’istituto IIT definisce “idrogeno verde”, cioè proveniente da fonti rinnovabili. “Produciamo idrogeno esclusivamente da elettricità con certificato verde”, ha detto a Ilfattoquotidiano.it il direttore Thomas Klauser. Il gas viene prodotto anche per stoccare energia che altrimenti andrebbe persa, come quella prodotta di notte da centrali non dotate di bacino o la sovrapproduzione del fotovoltaico: tramite l’elettrolisi, l’energia in eccesso viene trasformata in idrogeno che le celle a combustibile (fuel cell) a bordo delle vetture trasformano nuovamente in corrente elettrica per alimentare il motore. 

Quello di Bolzano, in realtà, non è il primo tentativo di noleggiare auto a idrogeno: già nel 2006-2007 Mazda e BMW ci avevano provato, ma il punto debole dei progetti precedenti era la mancanza di distributori di idrogeno. Questa volta, invece, il distributore c’è: si trova all’uscita di Bolzano Sud dell’A22 e può rifornire 15-20 autobus (a Bolzano ne circolano già cinque grazie al progetto europeo Chic) oppure centinaia di autobili al giorno. Per fare rifornimento, gli utenti sono dotati di una tessera che permette loro di accedere al distributore 24 ore su 24 e di ricevere a fine mese la fattura per il pagamento del carburante. Il costo di gestione di una ix35 Fuel Cell, dice l’IIT, è simile a quello di un’analoga auto a gasolio: cioè, si deduce, di circa 10 euro di carburante ogni 100 km. Il serbatoio della vettura contiene circa 5,5 kg di idrogeno stoccato ad altissima pressione (700 bar, contro i 200 del metano) che garantiscono un’autonomia di circa 600 km.

Per il momento, l’idrogeno è ancora una tecnologia nuova e costosa. Per questo, il progetto pilota dell’IIT di Bolzano è stato finanziato al 95% dal fondo europeo per lo Sviluppo Regionale (11 milioni di euro); l’Autostrada del Brennero ha messo a disposizione il terreno e gli edifici per costruire il distributore di idrogeno. Il punto di rifornimento di Bolzano fa parte di un progetto di ricerca più ampio, che si chiama HyFive (Hydrogne for innovative vehicles) e che coinvolge anche le città di Londra, Monaco, Stoccarda, Innsbruck e Copenaghen: lo scopo è quello di preparare, nei prossimi tre anni, il lancio sul mercato delle vetture a idrogeno. Non a caso, oltre alla Hyundai, partecipano al progetto anche BMW, Daimler, Honda e Toyota, tutte impegnate sul fronte delle nuove tecnologie. La Toyota, in particolare, ha già annunciato che l’anno prossimo inizierà a commercializzare la berlina FCV di cui Ilfattoquotidiano.it aveva guidato uno dei primi prototipi.

Per preparare infrastrutture e cittadini al lancio di massa dei veicoli a idrogeno, previsto non prima del 2030, il programma HyFive metterà a disposizione di privati e aziende 110 automobili in Europa e costruirà altre sei stazioni di rifornimento di idrogeno. Per quanto riguarda l’Italia, per ora il progetto riguarda soltanto l’A22 del Brennero. “Potremmo realizzare altri distributori in cui l’idrogeno non viene prodotto, ma stoccato in serbatoi per la distribuzione”, ha detto il direttore dell’Iit Klauser al Ilfattoquotidiano.it. In realtà, esiste un progetto per realizzare una sorta di “corridoio verde” da Bolzano a Modena, che, grazie ai distributori di Trento, Verona e Carpi, permetta di viaggiare dalla Germania all’Emilia su un’auto a fuel cell. “Non è ancora chiaro chi avrà l’onere di costruire le nuove stazione”, dice Klauser. “Noi renderemo disponibile il know how e coinvolgeremo la politica”.

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