Un addio immediato con una “dote” di 45 milioni. Finisce così il decennio di Andrea Guerra alla guida di Luxottica. L’amministratore delegato non rimarrà fino a fine anno ma lascerà già “da oggi”, 1 settembre, ha detto un consigliere al termine della riunione del cda del gruppo dell’occhialeria, riunito per discutere dell’uscita del manager su cui dal 20 agosto si rincorrono indiscrezioni. E lo confermano fonti bancarie e di mercato. All’incontro, durato nemmeno due ore, hanno preso parte lo stesso Guerra e il presidente e fondatore Leonardo Del Vecchio, che ha deciso di chiudere il rapporto decennale per motivi non ancora chiariti. “Purtroppo si sono divisi i progetti futuri”, ha affermato all’uscita dal cda parlando con i giornalisti. “Non abbiamo condiviso gli stessi obiettivi. Senza litigare, c’è stata consensualità”. Il nuovo assetto di vertice sarà basato sulla compresenza di due amministratori delegati, il primo focalizzato sui mercati e il secondo dedicato alle funzioni corporate. Enrico Cavatorta, attuale direttore generale, è stato nominato amministratore delle funzioni corporate e, pro tempore, dei mercati. Il 79enne Del Vecchio, che ha ringraziato Guerra “per quanto ha fatto per l’azienda”, assumerà ad interim la delega alle attività operative. “Avrò tre capi azienda al posto di uno e due su tre sono già interni all’azienda”, ha detto il presidente, garantendo che dopo il decennio di Guerra “faremo altri dieci anni con il triumvirato” e “speriamo in una crescita solida, minimo +7% annuo”. A Piazza Affari il titolo, sulla scia di queste dichiarazioni, ha chiuso la seduta a +0,46%.

Durante la riunione è stata anche decisa la buonuscita di Guerra. Che consiste in 10 milioni di “incentivo all’esodo”, 592mila euro a fronte della rinuncia a qualsiasi ulteriore richiesta e diritto, 800mila euro complessivi (che saranno versati in rate trimestrali posticipate) in cambio dell’impegno a non svolgere attività per concorrenti del gruppo nei prossimi 24 mesi e 33,7 milioni come corrispettivo della vendita di 813.500 azioni Luxottica all’azionista di riferimento, cioè la Delfin di Leonardo Del Vecchio. In totale, si arriva dunque a circa 45 milioni di euro. A cui andranno poi aggiunte le competenze di fine rapporto, cioè il Tfr maturato nei dieci anni al vertice del gruppo.

Guerra “è stato molto elegante, non ha preteso nulla di più di quello che era suo diritto e che gli spettava da contratto”, ha riferito Del Vecchio parlando di una buonuscita “meno clamorosa” di quanto atteso. L’attribuzione dei 10 milioni di incentivo, si legge in un comunicato, è stata determinata “in conformità e in coerenza con quanto indicato nella politica di remunerazione pubblicata dalla società”. Le relazioni sulla remunerazione riportano infatti che “in caso di cessazione del rapporto di lavoro in assenza di una giusta causa” (ma anche nell’ipotesi di “dimissioni per giusta causa”) la società deve corrispondere all’amministratore “un importo lordo forfettario onnicomprensivo pari a due annualità della somma del suo compenso fisso e del compenso variabile, calcolato sulla media di quanto erogato a tale titolo nell’ultimo triennio di durata del rapporto”. Negli ultimi tre anni Guerra ha guadagnato in media 4,4 milioni l’anno, ma il gruppo ha deciso di “incrementare e arrotondare” il trattamento “in considerazione del contributo decennale fornito da Guerra alla crescita della società e in ragione della disponibilità dallo stesso manifestata a ricercare una soluzione condivisa per la definizione di ogni rapporto con il gruppo Luxottica”. Inoltre all’arrotondamento “si aggiunge la somma lorda di 592.294 euro, che verrà corrisposta a fronte della rinuncia da parte di Guerra” a qualsiasi ulteriore richiesta. 

Va ricordato poi che nell’ultimo triennio, considerando anche i 33,7 milioni lordi incassati ora, l’ad di Luxottica ha ottenuto 100 milioni dalla vendita di stock option.

 

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