Kiev denuncia lo sconfinamento delle truppe russe in territorio ucraino. Il Cremlino respinge le accuse, ma la Nato ha le prove e diffonde foto satellitari. L’est del Paese è ancora tormentato dai combattimenti tra militari dell’esercito regolare di Kiev e i separatisti, che finora ha causato oltre duemila le vittime. Nel quotidiano scambio di accuse tra Ucraina e Russia, Vladimir Putin, in un discorso a un forum giovanile filo Cremlino a Seligher, paragona l’operato dell’esercito ucraino contro le città dei ribelli assediate nell’est a quello delle truppe naziste “che circondavano le nostre città e sparavano direttamente ai loro abitanti”. Il presidente della Federazione russa ha invitato l’Occidente a prendere atto “dell’incapacità di Kiev di stabilire l’ordine in Ucraina” e ha sostenuto che bisogna “costringere le autorità ucraine a iniziare dei negoziati sulla sostanza. Non su questioni tecniche, ma sulla sostanza: quali saranno i diritti della popolazione del Donbass, di Lugansk, del sud-est del Paese”.

Se sul sito del Cremlino non c’è traccia delle accuse di “invasione”, online è stata pubblicata una dichiarazione di Putin in cui chiede ai filorussi di “aprire un corridoio umanitario per i soldati ucraini rimasti circondati al fine di evitare morti senza senso”. Parole che arrivano all’indomani della presa della città di Novoazovsk da parte dei separatisti e che potrebbero riferirsi anche ai militari ucraini intrappolati ormai da circa una settimana fuori dalla città strategica di Ilovaysk, a est di Donetsk. Ieri diversi manifestanti hanno protestato davanti alla sede dello Stato maggiore dell’esercito ucraino, chiedendo di inviare rinforzi e armamenti pesanti per i soldati che si trovano fuori Ilovaysk, la maggior parte dei quali sono volontari.

Sconfinamento delle truppe russe – La Nato ha fatto sapere che mille soldati russi si trovano sul territorio ucraino e ha successivamente diffuso foto satellitari che mostrano lo sconfinamento di forze armate russe in Ucraina e movimenti di unità dell’artiglieria russa risalenti alla scorsa settimana. Ed è verso l’adesione alla Nato che l’Ucraina di Iatseniuk ha deciso di avviarsi dopo le incursioni nell’est del Paese. “Il governo ha sottoposto al parlamento un progetto di legge per annullare lo status fuori dei blocchi dell’Ucraina e tornare sulla via dell’adesione alla Nato“, ha dichiarato il premier Iatseniuk nel consiglio dei ministri aggiungendo che il governo ha già presentato al Parlamento, la Verkhovna Rada, una proposta di legge per abrogare lo status di Paese ‘non allineato’ dell’Ucraina.

Il protrarsi della tensione a est, riporta al centro dell’attenzione la disputa fra Kiev e Mosca sul prezzo del gas. Secondo il ministro dell’Energia della Russia, Alexander Novak, che a Mosca ha incontrato il Commissario Ue all’Energia, Gunther Oettinger, la situazione del gas russo destinato all’Europa “è altamente critica in vista della stagione invernale” considerati i casi non sanzionati di furto da parte di Kiev del gas che passa sul territorio ucraino. 

Onu: “Oltre duemila morti nell’Est dell’Ucraina” – E finora sono almeno 2.220 i morti a seguito dei combattimenti nell’est dell’Ucraina. Circa 30 vittime al giorno. È quanto riferisce l’Alto commissariato Onu per i diritti umani, con sede a Ginevra, denunciando che entrambe le parti in conflitto commettono abusi che prendono di mira i civili intrappolati in zone urbane o che provano a fuggire attraverso i cosiddetti corridoi di sicurezza. Il nuovo bilancio fornito dall’agenzia Onu si basa sulle informazioni raccolte da una missione di monitoraggio delle Nazioni unite, composta da 34 membri, che è stata in Ucraina fra il 16 luglio e il 17 agosto. I ribelli filorussi in Ucraina hanno commesso omicidi, torture e rapimenti, insieme ad altre gravi violazioni di diritti umani e violazioni del diritto internazionale, riferisce l’agenzia Onu. Il documento denuncia inoltre che anche l’esercito ucraino è responsabile di violazioni di diritti umani, per esempio con detenzioni arbitrarie e torture.

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