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Vuelta Espana 2014: il guizzo del ‘gregario’ Valverde

Vuelta Espana 2014: il guizzo del ‘gregario’ Valverde
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Tanto tuonò che piovve! Niente paura, nella caldissima Vuelta di quest’anno non c’è acqua nemmeno nelle borracce dei corridori. Il famoso detto meteorologico si adatta però alla prima settimana di corsa, che nonostante abbia fatto registrare solo vittorie di ruote veloci (Degenkolb 2, Bouhanni e Mattehws) è stata caratterizzata da una certa irrequietezza anche da parte dei big. Tuoni senza pioggia sono stati lo scatto di “Purito” Rodríguez, terzo sul traguardo di Arcos de la Frontera (con Evans sesto), l’azione di Froome che va a caccia dei 2” di abbuono allo sprint intermedio e la risposta di Contador che mette alla frusta la squadra per allungare un gruppo frazionato dai “ventagli” nella quinta tappa.

Le schermaglie anche su terreni non certo selettivi sono finite sulle rampe andaluse de La Zubia. Il primo degli otto arrivi in salita della Vuelta ha disegnato la classifica, messo in fila i pretendenti alla maglia rossa e quasi messo alla porta chi difficilmente potrà vincerla. Appena lasciata la periferia di Granada, la salita di 4,6 chilometri al 7,8% di pendenza media con punte al 12,8 non ha lasciato scampo a Matthews che ha dovuto abdicare a favore di un Valverde superlativo. Il murciano, partito come gregario di Quintana, ha vinto a suo modo e ripreso le insegne del potere. Non sappiamo se l’aver indosso la maglia rossa gli varrà anche come via libera per giocarsi il successo finale. Quintana non è parso brillante ma è ancora vicinissimo in classifica e una condizione in crescendo potrebbe rilanciarlo. Pienamente in gioco anche Froome, Contador, Rodríguez e il nostro Fabio Aru.

In pratica l’ordine d’arrivo a La Zubia ci ha dato un quadro chiaro della condizione attuale dei pretendenti al podio, ridotti a otto corridori considerando anche il colombiano della Orica GreenEdge Chavez Rubio e l’olandese Gesink. Tutti racchiusi in un minuto e con le ambizioni quasi intatte ci sarà da capire chi vorrà prendersi l’incombenza di controllare la corsa perché ancora, un vero padrone non c’è e almeno fino alla nona tappa, arrivo in salita di Aramón Valdelinares nessuno vorrà spremere la squadra. Ci sarà spazio per rientrare anche per chi adesso si ritrova più indietro come Kelderman, Samuel Sánchez, il sorprendente Damiano Caruso o lo stesso Cadel Evans. Dovranno osare e tentare di evadere dal gruppo. Due uomini Movistar ai primi due posti della generale aprono alla squadra spagnola più soluzioni tattiche e sicuramente Valverde vorrà difendere la maglia rossa visto che sabato si arriva ad Albacete, non distante dalla “sua” Murcia”.

Intanto il gruppo saluta Granada con quello spirito nomade che solo i ciclisti sanno interpretare vivendo la strada. Come diceva una vecchia canzone: “Addio, Granada, addio, città dei gitani…”

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