Non sono più in isolamento Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi condannati per la strage di Erba (Como), compiuta l’11 dicembre 2006 e nella quale furono uccise quattro persone – vicine di casa della coppia -tra le quali il piccolo Youssef Marzouk, di due anni insieme alla madre, Raffaella Castagna. Una quinta, Mario Frigerio, si salvò nonostante una profonda coltellata al collo inferta dai due assassini, e divenne così il superteste dell’accusa.

Olindo Romano, condannato in via definitiva all’ergastolo, è in carcere dal 10 gennaio 2007. Nell’istituto milanese di Opera lavora nell’orto e risponde alle numerose lettere che gli giungono da persone che gli manifestano comprensione per la sua condizione. Fino a poco tempo fa l’ex netturbino ingannava il tempo lavorando a una sua idea: realizzare una scacchiera del gioco della Dama concepita per tre partecipanti, della quale l’uomo aveva anche realizzato alcuni disegni. La moglie Rosa Bazzi, invece, nel carcere di Bollate alterna vari lavori: dalla sartoria alla bulloneria.

I coniugi Romano hanno dunque finito di scontare i tre anni di isolamento diurno che li erano stati inflitti insieme al fine pena mai dalla Corte d’assise di Como. La sentenza era poi stata confermata in appello e dalla Cassazione. Olindo e Rosa continuano a vedersi tre volte al mese per sei ore complessive. I loro legali, Fabio Schembri e Luisa Bordeaux, stanno lavorando alla richiesta di revisione del processo. Anche sulla base di dichiarazioni fatte negli scorsi mesi da Azouz Marzouk, tunisino, marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, che nel 2006 sfuggì alla strage e che recentemente ha espresso dei dubbi sulla colpevolezza dei coniugi Romano.

La sera dell’11 dicembre 2006, nella casa di via Diaz 25, vennero ammazzati a colpi di coltello e di spranga Raffaella Castagna, il figlio Youssef, la nonna del bambino Paola Galli, e la vicina di casa Valeria Cherubini, mentre scampò alla morte il marito di quest’ultima, il superteste Frigerio. Secondo l’accusa il movente del massacro messo in atto da Olindo e Rosa è da ricercare nei continui litigi tra le due famiglie per banali problemi tra vicini. I coniugi la stessa sera della mattanza andarono a cena in un McDonald’s di Como per costruirsi un alibi. E per dimostrarlo conservarono lo scontrino del fast food.

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