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Gaza, Anonymous “attacca” Israele: giù i siti di governo, esercito e Banca Centrale

Il collettivo ha preso di mira i maggiori siti governativi israeliani. L'operazione era stata annunciata il 5 agosto, con un hastag #OpSaveGaza, all'inizio dell'offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza ed è andato a segno stanotte
Gaza, Anonymous “attacca” Israele: giù i siti di governo, esercito e Banca Centrale
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Il ‘collettivo’ di “Hacktivist” (Attivisti Hacker) Anonimous ha attaccato i maggiori siti governativi israeliani. L’attacco, annunciato con l’hastag #OpSaveGaza  all’inizio dell’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza, ed è andato a segno stanotte, dopo innumerevoli tentativi. Tra i siti presi di mira ci sono quello del Governo, Ministero delle Finanze, Esercito, Ambasciata d’Israele negli stati Uniti, Studi Statistici e Ministero dell’Immigrazione. A renderlo noto è stato lo stesso profilo di Anonynous su Twitter.

 

Al momento i siti del Governo, del Ministero delle Finanze, dell’esercito e della Banca di Gerusalemme risultano ancora bloccati. Il Governo Israeliano ha immediatamente sminuito la faccenda, facendo sapere che l’esercito e i servizi segreti sono riusciti ad sventare gli attacchi, iniziati con l’intervento militare sulla Striscia di Gaza. “Durante l’Operazione Margine Protettivo abbiamo ricevuto attacchi sempre più sofisticati, che richiedono una certa quantità di ragionamento e investimento”, ha detto la settimana scorsa il comandante della divisione che si è occupata di difendere i siti governativi, come riporta il giornale Russia Times. “Più andavano avanti le operazioni militari a Gaza più aumentavano i tentativi di introdursi nel sistema. Quando è iniziata l’operazione di terra da parte dell’esercito c’è stata un’impennata nel numero degli attacchi e nel livello di complicazione”. 

Non è la prima volta che gli hacktivist di Anonymous riescono a entrare nei domini istituzionali israeliani: un altro attacco, riportato il 7 aprile di quest’anno, aveva comportato un blocco agli utenti di diverse ore. 

Secondo il Russia Times, la modalità preferita del collettivo per fermare le istituzioni sul web è quello dei DDOS, cioè i Distributed Denial of Service Attacks, che consistono nell’invio al sito di svariate richieste false, in modo che questo non sia più disponibile ai reali utenti.

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