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Riforme: il renzismo paritario

Riforme: il renzismo paritario
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Simpatiche, queste discussioni estive sulle riforme costituzionali. Una volta, sotto le nostre precedenti repubbliche, si sarebbero fatte sotto l’ombrellone. Oggi, complice il declino cui hanno cospirato i vari governi succedutisi, da Andreotti a Craxi, da Berlusconi a Monti, si svolgono purtroppo sui siti dei giornali. Con una differenza, però. In spiaggia, la discussione si svolgeva vis à vis, e chi diceva una fesseria poi doveva correre a sotterrarsi sotto un metro di sabbia. Al massimo, ti poteva capitare di sbottare: “Signora mia, con tutto il rispetto, quel che dice non sta né in cielo né in terra”. Oggi, invece, qualsiasi navigatore di passaggio può rovesciarti addosso tutto quel che gli passa per la testa, sicuro di restare impunito.

Se poi ti presenti per nome, cognome e qualifica, come blogger, hai tutto da perdere. Il Navigatore Mascherato può accusarti di tutto, e poi confessare candidamente, com’è capitato, di aver letto solo il titolo del post…Così, se riveli la ragione vera, anche un po’ sciocca, per cui ti opponi a questa riforma costituzionale – non a tutte, per carità: a questa – il minimo che possa capitarti è che il passante ti chieda di indicare un’intera riforma alternativa, con o senza il Cnel, oppure di tacere. Altre volte, il Navigatore ti dileggia per il mestiere che fai. Per esempio, se confessi di occuparti di costituzioni da mo’, allora lui può sempre ribattere che non ne hai mai capito un accipicchia: mentre lui, che se ne occupa da cinque minuti…

Ma l’argomento del ko, squisitamente renziano, è ancora un altro: dunque, sei a favore del bicameralismo paritario. Macché. Anzi, fosse per me, il Senato l’abolirei del tutto. Piuttosto, sono contrario al renzismo paritario. Ma sì, Renzi segretario del Pd, e pure Presidente del consiglio. All’inizio sembrava un bel risparmio: quando si doveva consultare, Matteo non doveva neppure telefonarsi, poteva riunirsi subito, anche davanti allo specchio del bagno. Poi però, quando è diventato anche Presidente di turno della Ue, la cosa ha cominciato a degenerare. Non s’era nemmeno insediato nella sua nuova carica che già chiedeva un quarto incarico, ministro degli Esteri europeo, per uno (una) dei suoi tanti alter-ego. E meno male che non gliel’hanno dato. Già adesso lo specchio del bagno faticava a contenerli, tutti i suoi incarichi.

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