Partigiani e staffette, ma anche battaglie sindacali, giovani senza futuro, diritti conquistati e da conquistare. E’ la celebrazione di tutte le Resistenze, passate e presenti, la tredicesima edizione del Festival Teatrale di Resistenza, in scena a Gattatico (RE) fino al 27 luglio, per commemorare le vittime della strage di Reggio Emilia, avvenuta il 7 luglio 1960. Ideata e promossa dall’Istituto Alcide Cervi, con il patrocinio dell’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, e dei Comuni di Reggio Emilia, Parma, Gattatico, Campegine, Castelnovo Sotto e Poviglio, quest’anno la kermesse vede protagoniste sette compagnie di rilievo nazionale che si alternano sul palcoscenico della rassegna di teatro civile contemporaneo per raccontare, copione dopo copione, le battaglie, moderne e non, oggetto della manifestazione: dalla condizione del lavoro femminile all’immigrazione, dalle lotte sindacali al problema della sicurezza nelle fabbriche, alla mancanza di prospettive delle nuove generazioni, alla questione ambientale. Ospite d’onore è l’attore, scrittore e drammaturgo Moni Ovadia, che chiude la rassegna il 27 luglio premiando gli spettacoli vincitori del Festival, e presentando “Il registro dei peccati, rapsodia lieve per racconti, melopee, narrazioni e storielle”, il recital-reading diretto e interpretato dallo stesso attore originario di Plovdiv.

A inaugurare il Festival, nella significativa cornice dell’ex casa contadina, oggi museo, appartenuta alla Famiglia dei fratelli Cervi, eroi della Resistenza fucilati dai fascisti il 28 dicembre del 1943, è stato Emanuele Aldrovandi con “Teatro appena scritto”. Poi è stata la volta di “Radio Belice non trasmette” de La Pentola Nera, lo spettacolo vincitore del premio Etica in Atto 2013, liberamente ispirato a “I ministri dal cielo” di Lorenzo Barbera, che racconta della Sicilia degli anni 50’ e di quegli studenti, braccianti, intellettuali e volontari provenienti da tutta l’Europa che, assieme a Danilo Dolci, diedero vita a una stagione di disobbedienza civile che coinvolse tutta la Vallalta.

Il testimone della memoria, poi, è passato al Teatro Cargo, che il 10 luglio ha portato in scena “Scintille”, testo e regia di Laura Sicignano, un viaggio nella New York del 1911 ai tempi dell’esplosione della fabbrica di camicette Twc: 146 vittime su 600 dipendenti, quasi tutte ragazze immigrate dall’Italia o dall’Europa dell’Est. Il 16 luglio, invece, è la volta della compagnia IF Prana con “R…Esistere, 13 buoni motivi per rinunciare al suicidio”, un ponte drammaturgico tra Resistenza partigiana e nuove generazioni alle prese con i problemi della modernità, “precariato, incertezza e degrado culturale”. L’incipit? Le parole del politico e accademico italiano Piero Calamadrei: “Nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la liberta e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero”.

Il 17 luglio, poi, Scenari Visibili ha portato in scena “Patres”, con Dario Natale e Gianluca Vetromilo, dedicato al “venir meno dei padri e del loro ruolo, dei punti di riferimento non soltanto familiari, ma anche e soprattutto sociali e culturali”, mentre domenica 20 luglio la Compagnia Arditodesìo – Teatro Portland presenterà “Libero nel paese della Resistenza”, i pensieri di un giovane che, seduto alla finestra, guarda il quartiere antico di Portèla devastato dalle bombe di demolizione americane. La migrazione dei popoli, invece, sarà il tema centrale di “Chi ha paura delle badanti?”, spettacolo dell’Associazione Culturale A.C.Sutta Scupa in scena martedì 22 luglio, mentre il 24 luglio il Collettivo InternoEnki salirà sul palco con “M.E.D.E.A.Big Oil”, Vincitore del Premio Scenario per Ustica 2013, dedicato al dramma della regione Basilicata devastata dalle trivellazioni. Al mito greco di Medea farà da contrappunto quello della Madonna Nera, venerata sul Monte Sacro di Viggiano, vicino a Potenza, ai piedi del quale arde la “fiamma perenne” del Centro Oli della Val d’Agri. “In questa terra il Dio Petrolio e la Vergine Nera si fronteggiano da secoli in una sfida senza vincitori, fra promesse elettorali e feste patronali, fra clientelismo e preghiere, slogan pubblicitari e canti popolari, che disegnano una post – modernità senza tempo, dove si compie una delle più drammatiche contraddizioni del nostro tempo, fra l’incredibile povertà della regione Basilicata che pure possiede il più grande giacimento di petrolio su terraferma d’Europa”.

Attori e registi, sceneggiature e riflettori: “Il Festival Teatrale di Resistenza è una rassegna dedicata alla memoria e alla commemorazione, nato allo scopo di tenere viva l’attenzione sulla stagione della Resistenza e sui valori che ha promosso, sui cui si poggiano democrazia e Costituzione”. “Ci sono tanti modi per richiamare l’attenzione sulla difesa delle conquiste, ma anche sulle tante battaglie di oggi, sulle questioni vive che attraversano la vita delle donne, degli uomini, dei giovani – spiegano gli organizzatori della kermesse – e il Teatro per la memoria è uno di questi. Un lume acceso attraverso lo spettacolo per non dimenticare, ma anche per rappresentare la complessità del presente”.

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