Prima del tentato omicidio, Tiberio Bentivoglio aveva subito numerosi danneggiamenti. Più volte la cosca ha incendiato la sanitaria che il testimone di giustizia gestisce da oltre 20 anni a Pietrastorta, un quartiere di Reggio Calabria. Il clan distruggeva e lui ricostruiva. Ma non solo della ‘ndrangheta ha dovuto preoccuparsi chi ha fatto la difficile scelta di diventare un testimone di giustizia. “Don Nuccio è stato quello che mi ha fatto chiudere l’associazione culturale Harmos”, racconta Bentivoglio riferendosi a Don Nuccio Cannizzaro, parroco nel quartiere intercettato mentre ammetteva di aver rilasciato dichiarazioni in favore del presunto boss Santo Crucitti. Un cavillo burocratico ha fatto cadere l’accusa di associazione mafiosa per Crucitti insieme all’aggravante nella falsa testimonianza del sacerdote, e il reato si è prescritto. Tutti liberi, mentre Bentivoglio rimane sotto scorta, vittima di chi vuole fargliela pagare per il suo coraggio. E aggiunge: “Don Nuccio è stato processato per falsa testimonianza, ma io l’ho denunciato per minacce e intimidazioni. Mi aveva detto: ‘Non avete capito che dovete chiudere, vuoi che ti bruciano il negozio di nuovo?’”. Oggi l’attività di Bentivoglio è in crisi, le banche non gli fanno credito: “Dove non è riuscita la ‘ndrangheta ci sta riuscendo Equitalia” di Lucio Musolino
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