Stessa spiaggia, stesso mare e una Bandiera blu in più rispetto allo scorso anno. La Romagna s’immerge nel clou della sua stagione turistica con nove località in cui sventola il riconoscimento della Fondazione per l’educazione ambientale (Fee): oltre alle riconferme di Comacchio, Lidi Ravennati, Cervia-Milano Marittina, Pinarella, Cesenatico, San Mauro Mare, Bellaria-Igea Marina, Misano Adriatico e Cattolica, a poter issare la nota bandiera quest’anno è anche Gatteo a Mare. Un vanto per le 9mila anime del comune della provincia di Forlì stretto tra i fiumi Rigossa e Rubicone che, dall’entroterra, discende dolcemente nell’Adriatico. Ma non mancano le polemiche: nelle acque che bagnano la piccola cittadina i valori di batteri contenuti nelle feci sono stati trovati oltre i limiti anche a inizio maggio 2014. “Capita quando c’è cattivo tempo”, ha detto a ilfattoquotidiano.it il presidente Fee Claudio Mazza. Del resto l’orizzonte in Riviera non è così blu come sembra. Sul litorale romagnolo, infatti, le Bandiere Blu si stagliano nel cielo, ma ancora una volta dimenticano di fare tappa sugli arenili di Rimini e Riccione, le vere capitali del turismo romagnolo, che si ritrovano con acque non conformi ai criteri di eccellenza e spesso in balia dei batteri. Tra i motivi: un sistema di fognature che scarica in mare (11 gli sforatori) quando piove e non solo. Un’annosa questione che il comune ha promesso di risolvere entro il 2020.

Servizi blu, acque non sempre. La Bandiera Blu è un riconoscimento internazionale assegnato ogni anno in oltre 40 Paesi sparsi tra i cinque continenti e i requisiti necessari per ottenerla comprendono, oltre alla qualità delle acque, anche la raccolta differenziata dei rifiuti, l’arredo urbano e i servizi turistici. Così, mentre nei nove lidi ravennati con bandiera blu i bagnanti possono nuotare tranquilli, è nella provincia forlivese che, costeggiando il litorale, iniziano ad emergere incongruenze tra lo stato di salute delle acque balneabili e l’assegnazione dell’anelato riconoscimento da parte della Fee.

Tutta colpa del meteo? I problemi ambientali delle acque della foce del Rubicone sono da tempo raccontati nei report annuali di Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, e proprio a Gatteo a Mare, la spiaggia che dopo dieci anni è riuscita a riconquistare il celebre vessillo, non tutti i dati rientrano nei parametri necessari a garantire l’eccellenza delle acque, in più di un’occasione contaminate da Escherichia coli ed Enterococchi intestinali, batteri contenuti nelle feci che, in assenza di adeguati sistemi di depurazione, finiscono dalle fogne direttamente in mare. Osservando i rilevamenti sul sito di Arpa, si può notare che, nel luglio dello scorso anno, le acque di Gatteo hanno registrato una concentrazione di Escherichia coli di 399 UFC/ml, risultando entro i limiti per la legislazione nazionale, ma ben oltre a quelli più restrittivi della Fee, che pone come soglia 250 UFC/ml. Eppure, il regolamento della Fee Italia parla chiaro: “Solo le acque classificate come eccellenti possono vantare la bandiera blu e ogni rilevamento deve restare entro i limiti previsti dalla procedura operativa della Fee”, una procedura che prevede che i campionamenti siano effettuati a partire dal mese precedente l’inizio della stagione balneare, allegando i prelievi delle quattro stagioni precedenti. Nel dossier inviato nel 2013 dal comune di Gatteo, però, nonostante l’inizio e la fine della stagione balneare coincidano con i mesi di maggio e settembre, alle date dei controlli allegati mancano le analisi di aprile e settembre. Ma allora la bandiera? “Qualche sforamento”, ha spiegato Mazza, “può essere dovuto a eventi meteorologici eccezionali. Lo scorso anno vi sono stati molti temporali che hanno sancito l’uscita dalla bandiera blu di alcune località italiane. Comunque, è normale che con un temporale si alzino i valori dei batteri, a prescindere dai depuratori in funzione». Le acque di Gatteo, però, sembrano recidive: anche quest’anno i campionamenti non parlano di eccellenza, tanto che il 7 maggio, a balneazione ancora chiusa e mentre la Fee si apprestava a consegnare a Roma la Bandiera Blu 2014, le analisi effettuate da Arpa presentavano uno sforo ancor più rilevante di Escherichia coli (1017 UFC/ml) ed Enterococchi intestinali (220 UFC/ml – limite Fee 200), al di sopra anche delle normative nazionali.

Tra foci e fognature. L’eccellenza delle acque non è nelle mani del vento e del meteo. È la stessa Arpa a riferire che, nelle aree del Rubicone, esiste «un problema di apporto dei fiumi per quanto riguarda eventi straordinari», un problema che in taluni casi può portare anche a divieti temporanei di balneazione, svelando l’inadeguatezza di una rete fognaria che, quando va in tilt, scarica in mare reflui non depurati, proprio mentre la Bandiera Blu s’agita in cielo. A fare scuola, spostandosi nell’ultima provincia romagnola, è la “capitale” della riviera, Rimini, sprovvista di Bandiera Blu a causa di un consistente deficit depurativo. «Rimini – ha spiegato il dirigente di Arpa, Stefano De Donato – gestisce una situazione di fognatura mista. Le acque sono molto più controllate e sicure che in altre parti d’Italia, ma questo porta anche a ordinanze di chiusura temporanea della balneazione ogni volta che gli sfiori aprono». A mettere in guardia i bagnanti, infine, ci pensa Legambiente, puntando il dito sulle acque alle foci dei fiumi: i biologi di Goletta Verde, laboratorio mobile che in Italia passa al setaccio, regione per regione, la presenza di batteri fecali presso scarichi, canali, foci di fiumi e torrenti che confluiscono direttamente in mare, approderanno sulla costa romagnola durante la prima settimana di agosto per verificare lo stato di tre punti “fortemente inquinati” (foce Canale a Cervia, foce Torrente Marano a Riccione e foce fiume Conca a Misano Adriatico) rilevati lo scorso anno, con cariche batteriche di molto superiori a quelle consentite dalla normativa.

di Valentina Brini

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