È partita l’altro ieri e sta volando la petizione di Lorenzo Ballerini. Le firme hanno già superato quota 99.000 e continuano a salire.

“Massimo Parlanti, reo confesso, è stato condannato con rito abbreviato a 18 anni di carcere per aver assassinato la ex moglie Beatrice Ballerini, mia sorella. Dall’Inps ho poi appreso che mentre i bambini di mia sorella, che noi stiamo accudendo, prendono il 40 per cento della pensione che spetta loro perché maturata dalla loro mamma, a lui – l’omicida – spetta l’altro 60 per cento, e ne avrà diritto a vita – scrive il fratello della vittima su Change.org – Questo accade perché non c’è un meccanismo automatico sulla dichiarazione di “indegnità a succedere” per l’assassino del coniuge, e così oltre la pensione, agli assassini spetta anche l’eredità di chi ammazzano.”

Poco più di due settimane fa la strage di Motta Visconti nel milanese ha confermato che ancora molto dev’essere fatto per combattere la violenza di genere e il femminicidio. Massimo Parlanti sconterà meno di 10 anni ed ha fatto ricorso perché vuole uscire ancora prima.

Parlanti dopo la separazione adottò un crescendo di ritorsioni. A seguito della vittoria legale di Beatrice, Parlanti si acquietò e poco dopo, un pomeriggio nell’occasione di un appuntamento fissato per recuperare degli oggetti in casa, la aggredì, la massacrò di calci e pugni e la strangolò.

Poi simulò un furto ed andò a prendere i loro due figli a scuola, passando con loro tutta la serata a giocare.

Secondo lo stesso Viminale mentre calano gli omicidi di genere, non calano quelli che hanno avuto come vittime le donne: dai 528 omicidi del 2012 si è passati ai 501 del 2013, mentre per i femminicidi, all’opposto, dai 159 registrati due anni fa si è arrivati l’anno scorso a quota 177, quasi uno ogni tre giorni.

“È inevitabile la sensazione di vivere in un paradosso. La domanda a cui ancora oggi non riesco a dare risposta è: abbiamo una legge assurda e demenziale, fatta per i delinquenti, oppure semplicemente la giustizia, si scorda qualcosa, si distrae ulteriormente? Vi prego rispondetemi e rispondete nel nome di tutte le donne ammazzate, il numero delle quali sta crescendo, e crescerà se non si arginano almeno le conseguenze nefaste di una giustizia paradossale. È importante perché il fenomeno cresce e questi massacri non devono diventare appetibili per chi con un ragionamento contorto, è sull’orlo di una decisione. Deve esserci un meccanismo automatico che preveda la dichiarazione di “indegnità a succedere” per l’assassino del coniuge. Questo è quello che chiedo nel nome di mia sorella e di tutte le donne uccise”, conclude Lorenzo Ballerini nel suo appello a Matteo Renzi.

In seguito Lorenzo Ballerini ha anche chiarito ulteriormente i motivi del paradosso: “Il meccanismo legale dell’indegnità a succedere va richiesta appositamente mediante azione legale di tipo civile. La legge 125/2011, una legge apposita arrivata nel 2011 di cui non tutti gli uffici sono ancora correttamente informati, contengono le parole “con sentenza passata in giudicato”, le quali fanno sì che si debba attendere l’appello, se non la Cassazione. Nel frattempo i bambini non possono percepire la pensione a tutela di un potenziale diritto dell’assassino. La formulazione della legge ed i principi giuridici combinati fanno sì che il risultato sia il seguente: per tutelare il diritto potenziale di un probabile assassino (nel nostro caso certo, perché – fra l’altro – reo confesso), si nega il diritto certo a dei minori che, oltre che essere sicuramente innocenti, sono sue vittime. Il risultato è che – ad oggi – se i minori chiedessero la quota del 60% che non gli viene corrisposta, questa verrebbe loro negata.”

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