Il mondo FQ

Massa, non ha stipendio da 6 mesi: operaio Fermet sale su silos. “Parlo solo con Renzi”

L'azienda è in liquidazione ma aspetta 5 milioni di rimborsi Iva. Adamo Alberti, uno dei dipendenti, è salito sulle vecchie strutture dell'azienda: "O viene il presidente del Consiglio o non scendo"
Massa, non ha stipendio da 6 mesi: operaio Fermet sale su silos. “Parlo solo con Renzi”
Icona dei commenti Commenti

E’ salito sui silos di un ex cementificio, nell’area dell’azienda per cui lavorava, nelle prime ore del mattino, minacciando di gettarsi di sotto. Poi la richiesta: “O viene Renzi o non mi muovo da qui”. A oltre 30 metri di altezza, in un fabbricato fatiscente e pericolante nella zona industriale di Massa Carrara, Adamo Alberti, operaio della Fermet Servizi, società satellite della Fermet Srl di Alberto Ricciardi, un’azienda leader, fino a qualche anno fa, nella lavorazione di rottami di ferro e fornitura di materiali metallici alle acciaierie, ma entrata in crisi per una complessa vicenda finanziaria e messa, quindi, in liquidazione. Da due anni i 6 dipendenti rimasti sono in cassa integrazione. A novembre è iniziata quella in deroga, ma i soldi non sono mai arrivati. A fine marzo, quindi, 5 dei 6 operai hanno intrapreso uno sciopero della fame, interrotto dopo 5 giorni per un malore dello stesso Alberti, portato al pronto soccorso di Carrara.

La protesta – accompagnata da un’assemblea permanente – era comunque servita per strappare una promessa al sindaco di Carrara, Angelo Zubbani, di due ricollocamenti a tempo indeterminato – rispettivamente nella ditta Scaviter e nella Ecofermet – e altri tre a tempo determinato, dai 5 ai 6 mesi. Ma da allora di ricollocamenti nemmeno l’ombra. E nemmeno dei soldi della cassa integrazione. Da sei mesi gli operai non ricevono uno stipendio, se non per gli sporadici lavori realizzati per la Fermet Servizi. E oggi, una delle tute blu ha deciso di alzare i toni della protesta, salire a 30 metri di altezza, sotto il sole rovente che cade solo nelle periferie delle città e chiedere l’intervento dei “piani alti”. “O viene Renzi – ha gridato Alberti – o non so cosa farò, di qui non mi muovo sicuramente”.

Sul posto è intervenuta la polizia di Carrara. La preoccupazione di istituzioni e colleghi è alta: la struttura sui cui è salito l’operaio, in disuso e abbandonata da ormai vent’anni, è infatti pericolante. Inutili tuttavia i tentativi dei colleghi e delle forze dell’ordine, per farlo scendere. “Siamo preoccupati perché sarà vent’anni che nessuno sale da quelle parti – spiega Renzo Puntelli, uno degli operai che ha portato avanti lo sciopero della fame con Alberti – Siamo comunque solidali, perché lo capiamo. Le promesse, per il momento, non sono ancora state mantenute e noi non vediamo un euro della cassa integrazione in deroga da novembre, da quando cioè è iniziata. Questo nonostante le promesse della Regione. Non abbiamo futuro, non abbiamo soldi e non sappiamo come mantenere le nostre famiglie”.

Alberti è stato contattato telefonicamente dal vicesindaco di Carrara, Andrea Vannucci, arrivato in fabbrica in tarda mattinata. “Mi ha ringraziato – commenta Vannucci – ma ha detto che vuole parlare con il presidente del Consiglio, che noi non possiamo fare niente. Dice che l’unica persona con cui vuole parlare è Renzi. Io gli ho detto che avrei contattato la prefettura, l’organo territoriale di riferimento del Governo, ma lui dice che la colpa è della politica e con la politica vuole parlare”. Anche il titolare dell’azienda Ricciardi ha voluto parlare con l’operaio: “Non sono riuscito a convincerlo a scendere. Purtroppo non posso fare nessuna promessa, se dipendesse da me li assumerei tutti di nuovo. Ma al momento ho le mani legate. Questa storia è complicata e capisco la disperazione degli operai, che non sanno più dove sbattere la testa”.

 

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione